Naima è in ginocchio, una corda blu legata attorno al busto, le mani immobilizzate dietro la schiena, in uno stanzone con decine di altri migranti, uomini e donne. Ostaggio, da sette mesi, dei trafficanti libici che per la sua liberazione hanno già chiesto ai familiari seimila euro.

La foto che vi mostriamo, accompagnata da un video drammatico in cui si vede la ragazza torturata, è stato mandato questa mattina alla famiglia che l’ha passata alla Ong Refugees in Libya e diffusa da Mediterranea

Naima Jamal, vent’anni, etiope originaria di Oromia, è una delle vittime dell’ultima frontiera della tratta degli schiavi in Libia, nella cui rete cadono centinaia e centinaia di giovanissime. Naima è stata rapita poco dopo il suo arrivo in Libia, nel maggio 2024. Da allora, la sua famiglia ha ricevuto continue richieste da parte dei trafficanti con telefonate cariche di minacce e crudeltà.

Questa mattina i trafficanti hanno inviato un video di Naima che viene torturata. Il filmato, che la sua famiglia ha ricevuto con orrore, mostra l’inimmaginabile violenza delle reti libiche di trafficanti. Naima non è sola. In un’altra immagine inviata insieme al video, si vedono più di 50 altre vittime, i loro corpi incatenati, in attesa di essere messi all’asta.

“Questa è la realtà della Libia di oggi – dice l’attivista e sopravvissuto alla Libia David Yambio – Le aste di oggi riportano gli stessi freddi calcoli di quelle di secoli fa: un uomo ridotto alla forza delle sue braccia, una donna alla curva della sua schiena, un bambino al potenziale dei suoi anni”