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La Procura di Roma sospende l’App sul processo penale telematico.
Nonostante gli allarmi lanciati dal Csm, dall’Associazione nazionale magistrati e anche dai penalisti, il governo è andato avanti a tappe forzate e la riforma, approvata con un decreto del 27 dicembre, è entrata in vigore dal primo gennaio. Solo sulla carta, però. Da Milano a Napoli, da Roma a Siracusa, i presidenti dei tribunali hanno sospeso l’operatività di App, il sistema del ministero della Giustizia che regola il binario unico digitale degli atti giudiziari.
Il debutto con flop del processo telematico. “Il sistema non riconosce nemmeno i magistrati”
di , Andrea Ossino
E ora l’ufficio giudiziario più grande di Italia ha disposto che i magistrati “redigano e depositino” gli atti “in forma di documenti analogici” e invita a “depositare – si legge nel provvedimento firmato dal procuratore capo Francesco Lo Voi – con modalità non telematiche atti, documenti, richieste e memorie” da oggi e fino al 31 gennaio. Nell’atto si motiva la decisione anche alla luce del fatto che “ai nuovi flussi” di atti “in molti casi non risultano presenti in app i relativi modelli”.