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«Tutti hanno degli oceani da attraversare, se hanno il cuore per farlo. È avventato? Forse. Ma cosa ne sanno i sogni dei confini?». Alle 4.45 di un piovoso pomeriggio, l’11 gennaio del 1935, Amelia Earhart decollava sul suo monomotore Lockheed Vega dall’aeroporto militare Wheeler Field di Honolulu: destinazione, la California. Il volo fu molto tranquillo: nell’ultimo tratto la pilota si rilassò ascoltando un concerto del Metropolitan di New York alla radio. Arrivò sana e salva a Oakland dopo 19 ore di viaggio sul Pacifico.
Era la prima persona in assoluto a volare in solitaria dalle Hawaii al Nord America, una rotta di ben seicento miglia più lunga di quella del volo transatlantico di Lindbergh. Poco più di due anni più tardi, ancora sorvolando le acque del più grande oceano della Terra – nel tentativo di completare il giro del mondo – sarebbe scomparsa senza lasciare traccia.