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“Vedo tutti enormi o minuscoli”. Quei bimbi con la sindrome di Alice nel paese delle meraviglie

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Appena guarite, il primo libro che hanno letto è stato probabilmente Alice nel Paese delle Meraviglie. Quella sensazione di parti del corpo che si allungano, crescono, si rimpiccioliscono e sembrano vivere di vita propria, di oggetti vicini che sembrano lontani e viceversa, Giulia e Laura (nomi di fantasia) l’avevano infatti vissuta in prima persona. A 8 e 6 anni non si erano spaventate, all’inizio. Quando però hanno visto mamma e papà agitarsi e accelerare verso il pronto soccorso hanno capito che non era un gioco. Si trattava piuttosto dell’ultima sorpresa causata dal Covid: un disturbo neurologico chiamato “sindrome di Alice nel paese delle meraviglie”. Un medico inglese l’aveva descritta nel 1955, ma si riteneva che fosse relegata a qualche raro caso di epilessia o emicrania. Chi ne era afflitto, all’epoca, si guardava bene dal rivelarlo per paura di finire in manicomio.

Giulia e Laura sono state colpite dalla sindrome nel 2020 e 2021 e i loro sintomi si sono risolti in qualche settimana, dopo la fine dell’infezione. Entrambe — in due episodi distinti: le bambine non sono legate fra loro — si sono presentate al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico romano Bambino Gesù. «Era un periodo difficile» ricorda la neurologa che ha partecipato alla diagnosi, Susanna Staccioli. «Le bambine avevano il Covid e sono state accolte nella sede dell’ospedale riservata ai pazienti positivi, a Palidoro. Visitarle, parlare con i genitori, fare gli esami: tutto in quel periodo era estremamente complicato. Ogni test eseguito aveva dato risultati normali, né la loro storia suggeriva particolari malattie. Però spesso ai bambini chiediamo di disegnare ciò che percepiscono. E in precedenza, durante la specializzazione, avevo visto un caso simile. Così ho suggerito al gruppo di colleghi che potesse trattarsi della sindrome di Alice. Un bene, perché è spesso un disturbo benigno».

Giulia, 8 anni, aveva la febbre per via del Covid e un po’ di mal di testa quando il suo braccio ha iniziato ad allungarsi. Nonostante questo, gli oggetti che cercava di toccare diventavano minuscoli, quasi volessero farle un dispetto. Attorno a sé udiva grida, sussurri o voci che mormoravano qualcosa a velocità rapidissima: impossibile capire cosa dicessero. La testa del padre si era rimpicciolita, a differenza di quella della madre di Laura (6 anni), che invece era diventata grandissima. Enormi erano anche i dettagli del cuscino di Laura, ad esempio le cuciture, e i colori erano diversi da quelli cui la bambina era abituata.

«Questi sintomi compaiono all’improvviso, durano in genere mezz’ora e poi sfumano via» spiega Staccioli. «Nel corso della giornata possono ripresentarsi varie volte. Le due bambine alla fine del Covid hanno avuto episodi sempre meno frequenti, poi le distorsioni e le allucinazioni sono scomparse, senza bisogno di terapie specifiche». Ai loro compagni, al ritorno a scuola, hanno potuto comunque raccontare storie da lasciare increduli.

Nessuno fino alle storie di Giulia e Laura aveva legato quei sintomi al Covid. «Ma non c’è da stupirsi, essendo Sars-Cov2 un virus neurotropo, che può cioè coinvolgere il sistema nervoso» conferma Staccioli. In seguito altri tre casi pediatrici sono stati descritti in Portogallo. I medici del Bambino Gesù hanno pubblicato la storia di Giulia e Laura su Pediatric Neurology. «Crediamo che la sindrome sia più diffusa fra i bambini di quanto non sembri. Saremmo contenti se ne aumentasse la consapevolezza, perché spesso i genitori non sanno come reagire ai racconti bizzarri dei figli».

Il perché Sars-Cov2 provochi le allucinazioni dipende probabilmente dalla sua capacità di coinvolgere il sistema nervoso e stimolare quello infiammatorio.

Non è dato sapere se Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, che ha scritto nel 1865 il romanzo di Alice, fosse affetto dalla sindrome. John Todd, il medico che l’ha descritta, fa notare che soffriva di emicrania — una condizione che le è a volte correlata — e che alcuni passaggi del racconto corrispondono a sintomi neurologici precisi: sentirsi levitare, percepire oggetti che fluttuano in aria o notare che il tempo scorre in modo diverso. «Abbiamo il sospetto — ha scritto Todd — che Alice percorra sentieri ben noti al suo creatore».

 

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