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I protagonisti degli scontri di piazza “sono soggetti che partecipano ad alcuni centri sociali, ad alcune formazioni che, variano i pretesti, una volta è la tav, una volta sono i temi ambientali, una volta è l’uccisione di Ramy, però poi il tratto distintivo caratterizzante è quello di porre in essere, in maniera strumentale, delle azioni di violenza e di attacco alle forze di polizia che non hanno nulla a che vedere con la nobiltà dei temi che loro dicono di voler rivendicare”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervistato durante il programma ‘XXI Secolo’ in onda questa sera su Rai Uno.
Sugli scontri nelle piazze, ha osservato Piantedosi, “non siamo preoccupati, ma bisogna mantenere alta l’attenzione. Queste immagini riguardano una vicenda della tragedia della morte di un ragazzo rispetto alla quale dobbiamo essere tutti commossi e partecipi del grande dolore dei genitori che peraltro stanno dando testimonianza di grande equilibrio e quindi non devono essere strumentalizzate, la violenza non deve essere mai giustificata da nulla, men che meno da episodi, quindi noi su questo siamo molto attenti e continueremo a prestare questo tipo di attenzione”.
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Giovanna Vitale
In merito al ddl sicurezza, il ministro ha spiegato: “Tutti condividono, al di là di quali saranno le strade che verranno prescelte, l’esigenza di arrivare al più presto ad una definizione di un quadro normativo che sicuramente porrà anche delle importanti tutele aggiuntive a quello che è il lavoro complicato delle forze dell’ordine. Parliamo della tutela legale, parliamo dell’innalzamento delle pene per alcune fattispecie di reato laddove sono commesse in danno ai rappresentanti delle forze di polizia. Quindi il Parlamento sicuramente è abbastanza orientato a arrivare al più presto all’approvazione di questo testo normativo”.
Piantedosi ha parlato anche del progetto dei centri in Albania che “funziona e funzionerà, a prescindere da tutte le vicende che sono note a tutti, anche relative a interpretazioni giurisprudenziali che noi confidiamo che si stiano risolvendo”. Il titolare del Viminale ha aggiunto: “Proprio perché fa parte di un quadro più generale noi siamo pronti a riattivarli, lo faremo a brevissimo. Ad oggi sta funzionando molto bene l’azione di prevenzione delle partenze e degli sbarchi da Libia e Tunisia”.
Il ministro ha commentato anche la querelle Salvini-Viminale delle ultime settimane: “Sono stato testimone diretto dell’impegno di Salvini al Viminale, quell’anno e mezzo fui uno dei suoi principali collaboratori, quindi della bravura che ci mise di Salvini e quindi dell’efficacia della sua azione. Posso capire anche i sentimenti in qualche modo che sono stati sicuramente in qualche modo compressi dalla vicenda giudiziaria che l’ha riguardato e che forse non avrebbe dovuto esserci. Poi chi vuole dare interpretazioni malevole, credo che debba prendere atto del fatto che sia Salvini sia la Meloni hanno avuto di apprezzamento di un lavoro che stiamo facendo al Viminale, quindi non c’è nulla di male, ecco”.