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“Stasera in Iraq Saddam cammina tra le rovine. La sua macchina da guerra è distrutta. La sua capacità di minacciare la distruzione di massa è essa stessa distrutta”. Era la notte tra il 16 e il 17 gennaio 1991. Scaduto l’ultimatum dell’Onu che imponeva il ritiro delle truppe di Saddam Hussein dal Kuwait (occupato nell’agosto del 1990), la coalizione di 35 Paesi guidata da Washington diede avvio all’operazione Desert Storm, il massiccio attacco aereo, navale e missilistico contro l’Iraq.
Era la Guerra del Golfo, la prima grande crisi internazionale dell’era post-Guerra fredda, la più imponente azione militare alleata dal 1945, nonché primo intervento ufficiale degli Usa dopo il Vietnam. Durò poco più di un mese: a fine febbraio le truppe di Baghdad si ritirarono dall’emirato, dopo aver dato fuoco ai pozzi petroliferi. Il conflitto ebbe anche una copertura mediatica senza precedenti, segnando una svolta fondamentale nell’evoluzione dei mezzi di comunicazione.