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Salvare gli allevamenti di vongole del Nord Italia, da anni devastati dalla presenza granchio blu, forse è possibile. La soluzione potrebbe arrivare dalle vongole portoghesi, che acquistate in grandi quantità e trasferite nel Delta del Po lo potrebbero ripopolare.
La proposta arriva da uno studio di Confcooperative Fedagripesca. Le fasi preliminari prevedono la bonificazione delle acque dal granchio, per poi recintare le aree di produzione e solo infine introdurre le nuove vongole.
Il problema della quantità
Anche una volta predisposto il Delta del Po per accogliere i nuovi animali, il piano di ripopolamento rimane complicato. “Il fabbisogno stimato è di miliardi di esemplari di vongola verace impossibile da trovare e gestire con gli schiuditoi oggi esistenti” spiega il vicepresidente di Fedagripesca, Paolo Tiozzo. “Servirebbero almeno 200 quintali al giorno – aggiunge il presidente del consorzio pescatori Scardovari (Rovigo) Paolo Mancin – per un minimo di 10 mila quintali per iniziare”. Aggiungendo anche il ripopolamento del polo produttivo dell’Emilia-Romagna, si sala a 400 quintali al giorno.
Un’altra difficoltà risiede nel fatto che ai pescatori portoghesi servirebbe una deroga speciale per pescare esemplari abbastanza piccoli per essere ritrasferiti.
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Il piano contro il granchio blu
Intanto domani, 22 gennaio, verrà presentanto presso il Masaf il “Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu”. Parteciperanno il commissario straordinario per il granchio blu, Enrico Caterino, il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, e il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Il Piano di interventi è stato redatto dal commissario straordinario, nominato dal Governo Meloni a settembre 2024. Alla stesura del documento hanno contribuito l’ISPRA, il Consiglio nazionale delle ricerche, il Crea, le Capitanerie di porto e gli enti territoriali interessati.
L’obiettivo del Piano è definire linee guida strategiche per contribuire alla difesa della biodiversità degli habitat colpiti dall’emergenza, con l’obiettivo di contenere i danni per la filiera della pesca e prevederne il rilancio.