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“Oggi sono qua a chiedere al Parlamento, spero per l’ultima volta, di continuare a fare quello che abbiamo fatto negli ultimi anni e mezzo: aiutare un popolo che, come il nostro, ha il diritto di difendere la propria libertà e la propria vita”. Il ministro della Difesa Guido Crosetto è intervenuto al Senato in vista del voto sul decreto Ucraina che per il terzo anno consecutivo confermerà il sostegno militare dell’Italia a Kiev.
“Non emerge una soluzione semplice o immediata”, ha continuato il ministro. “C’è stato un incremento notevole degli attacchi russi, colpendo indiscriminatamente obiettivi militari e civili in Ucraina”.
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“Finora la posizione dell’Italia è sempre stata chiara – ha detto Crosetto – e riteniamo di continuare a dare sostegno all’Ucraina al fine di creare finalmente le condizioni per un cessate il fuoco e aprire un confronto diplomatico necessario per raggiungere una pace duratura”.
“A nessuno di noi piace la guerra. Tutti ci auguriamo una tregua e un percorso di pace”, ha sottolineato il titolare della Difesa. “Abbiamo dato fin dall’inizio la nostra disponibilità a un percorso di pace e siamo qui a ribadirlo. Tutto il Parlamento e tutta l’Italia non vede l’ora di appoggiare la pace”.
“Se tutti smettessimo di aiutare l’Ucraina cosa succederebbe?”, ha chiesto Crosetto retoricamente. “Che i quattromila colpi di artiglieria che cadono ogni giorno sarebbero caduti sui loro bersagli. Che oltre le 300 bombe di aereo sganciate ogni giorno, che gli oltre 12 mila droni, avrebbero raggiunto i loro obiettivi. Sì, forse avremmo raggiunto la pace perché non ci sarebbe più l’Ucraina, senza più alcuna persona viva. Avremmo raggiunto la pace che si trova anche nei cimiteri”.