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“Faremo ostruzionismo sullo ius scholae, perché è una legge che non serve a niente, tranne che a dare surrettiziamente la cittadinanza italiana agli immigrati. Se la riconosci ai bambini, figli di stranieri, non puoi non darla ai loro genitori”. Igor Iezzi spiega così la contrarietà della Lega. Le sue parole accompagnano i 484 emendamenti leghisti, che si sommano ai 167 di Fratelli d’Italia: un masso per fermare la proposta di legge sulla nuova cittadinanza. Sullo ius scholae, versione minimalista dello ius soli, cioè della legge attesa da decenni che darebbe la cittadinanza italiana ai bambini figli di immigrati nati o cresciuti in Italia, si abbatte quindi l’ostruzionismo della destra con una valanga di emendamenti in commissione Affari costituzionali. Ma per il Pd e per il segretario Enrico Letta è una battaglia per i diritti che non può più essere rinviata. Così come per i 5Stelle. E anche Forza Italia apre.
Sembrava l’inizio di una stagione nuova con una proposta soft, dopo la bocciatura nel 2015 dello ius soli, approvato alla Camera e poi naufragato nel porto delle nebbie del Senato. Invece c’è di nuovo il rischio della palude. Giuseppe Brescia, presidente grillino della commissione e relatore della legge, era convinto che una legge nella quale si lega cittadinanza a integrazione scolastica, potesse avere vita facile. Lo ius scholae infatti prevede la cittadinanza italiana per i figli di stranieri nati o arrivati in Italia entro i 12 anni, che abbiamo frequentato un ciclo scolastico per almeno cinque anni. Ma sia Salvini che Giorgia Meloni hanno risposto: non se ne parla. Meloni ha sottoscritto un emendamento che ribadisce: la cittadinanza si ottiene a 18 anni, ne fa richiesta l’interessato, se si è completato con successo un ciclo scolastico di 8 anni, è possibile avere delle “facilitazioni”.
Ius scholae, valanga di emendamenti della destra: 484 della Lega, 167 di FdI
di
Giovanna Casadio
Sono 850 mila i ragazzi figli di stranieri, ma italiani a tutti gli effetti tranne che all’anagrafe. Dice Brescia, che convocherà nei prossimi giorni i capigruppo in commissione per tentare una soluzione: “Di fronte a un testo molto concreto, sono rimaste incrostazioni ideologiche. C’è un dato curioso. La Lega ha presentato 200 emendamenti al decreto sul caro bollette e più del doppio alla nuova legge sulla cittadinanza. Chi sostiene questa legge e questa idea di società andrà avanti a testa alta”.
Dal fronte leghista Iezzi ripete che “tanto non ci sono differenze tra bimbi italiani e stranieri”. Nonostante, per fare un esempio, durante le Olimpiadi fosse stato denunciato il paradosso dei giovani figli di stranieri che non potevano indossare la maglia della nazionale, perché non avevano la cittadinanza. Replica della Lega: “Sono poche decine di casi, si troverà una soluzione”. Rincara Emanuele Prisco di FdI: “Non siamo favorevoli alla cittadinanza facile e questo è uno “ius soli” mascherato”.
In tutto gli ?emendamenti presentati alla legge sullo ius scholae, composta da due articoli, sono 728. Sono 11 anche quelli di Forza Italia, che Renata Polverini (la quale aveva presentato una proposta simile) è riuscita a convincere a votare a favore del testo base. FI mette ora alcuni paletti. Una quindicina gli emendamenti del Pd. Spiegano i dem Matteo Mauri e Stefano Ceccanti: “Vogliamo confermare l’impianto di fondo e migliorare alcuni aspetti, in modo da dare al nostro Paese una legge finalmente all’altezza dei tempi”. Quindi cambiare il requisito dell’età (rientra nella legge chi arriva entro i 17 anni); sanare le situazioni pregresse, gratuità delle domande. Italia Viva a sua volta, chiede di prevede anche i corsi universitari nel ciclo di studi. Leu vuole allargare la platea. E alcuni emendamenti sollevano anche la questione dello ius sanguinis che consente a chi abbia un avo italiano di essere italiano.