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M5S, Conte e il governo, nuova strategia con il Pd: “Draghi resti premier”

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Incontrerà i suoi 233 parlamentari pentastellati con un messaggio preciso. “Non ho nessuna intenzione di minare il cammino di questo governo, sarebbe folle”. Giuseppe Conte rivede deputati e senatori M5S, stasera, per l’attesa assemblea congiunta alla quale non è escluso che spunti anche Beppe Grillo. È l’incontro che arriva dopo la nomina dei cinque vice del presidente del Movimento, dopo le tensioni poi risolte in Senato intorno all’elezione della capogruppo Domenica Castellone, quattro giorni fa, e alla vigilia dell’analogo e mica semplice passaggio che, entro dicembre, dovrà incoronare alla Camera il capogruppo del nuovo corso.

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Matteo Pucciarelli

04 Novembre 2021

Ma, sopra ai vari temi delle sfide di governo, manovra di bilancio su tutti, e dei nodi interni sul Movimento da strutturare, l’argomento che preme di più è inevitabilmente l’unico che non può essere all’ordine del giorno: il Quirinale. “Che Draghi rimanga a Palazzo Chigi per me è la strada prioritaria. Il governo deve completare il suo lavoro. Anche perché, diciamolo chiaramente: la sua non è una figura fungibile”, ha già anticipato ieri sera a Otto e mezzo, su La 7, l’ex presidente del Consiglio. Aggiungendo: “Con Draghi ci sentiamo spesso, abbiamo un rapporto schietto, lui è attento alle nostre istanze come si é visto per la legge di Bilancio. Che ha rinnovato i Bonus, ha rifinanziato e migliorato il Reddito di cittadinanza, esteso il super bonus”.

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Matteo Pucciarelli

08 Novembre 2021

Conte ha cambiato idea, rispetto alla posizione di pochi giorni fa, quando non escludeva l’ipotesi dell’attuale premier come futuro Capo dello Stato? No, spiega il presidente M5S ai suoi: non ho fatto passi indietro, avevo riconosciuto che esiste quella possibilità, ma ho sempre sottolineato che il governo deve proseguire per due motivi fondamentali. E cioé: mettere in protezione i cittadini e attuare efficacemente il Pnrr, temi che interrogano gli italiani molto prima del Quirinale. È tuttavia su quella salita, verso il Colle più alto, che si dovrà sperimentare l’altro tassello nella costruzione dell’alleanza 5S-Pd.

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di

Andrea Montanari

08 Novembre 2021

Non è escluso un coordinamento più stretto tra i vertici dei due partiti per evitare dispersioni e trappole da totonomi. Una struttura agile che veda in connessione costante, questa è l’dea di fondo, non solo i leader, ma gruppi e delegati nell’esecutivo. Prove di consolidamento giallorosso.

Proprio mentre ieri va in scena invece un altro strappo, tra loro, sul tema giustizia. Le parole del deputato grillino Vittorio Ferraresi (non basta un’assoluzione, esistono le valutazioni politiche) riaprono la ferita su Uggetti, l’ex sindaco di Lodi assolto, per il quale arrivò già il mea culpa di Di Maio. E scatenano i colleghi Pd. “Un intervento che fa orrore: pensarci bene. Ma bene bene”, twitta subito il dem Filippo Sensi. Un altro filo della matassa che toccherà stasera a Conte ricomporre.

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08 Novembre 2021



“La nostra assemblea? Ma pensate solo al Quirinale – dribbla un parlamentare di lungo corso grillino- Noi ci confronteremo subito su temi interni. I vice ora ci sono, c’è un’organizzazione da far decollare: aspettiamo i comitati, i coordinatori regionali, provinciali”. La paura dei big 5S, (come tutti tra Montecitorio e Palazzo Madama: Lega compresa) si chiama infatti elezioni anticipate e rilancia la necessità di rafforzarsi sul territorio. Proprio mentre a Montecitorio, entro poche settimane, occorrerà tutta la moral suasion dell’ex premier per arrivare alla definizione del nuovo vertice del gruppo 5S: Davide Crippa scade prima, ma non è detto che non voglia riprovarci ancora lui contro l’ex sottosegretario Angelo Tofalo e soprattutto contro un nome di peso come quello dell’ex ministro Bonafede

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