Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

VIES Newsletter

Gratuito / Prova ora

Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

Meloni si vede premier: “Ho idee e persone per governare. Mai sudditi degli Usa”

[ Leggi dalla fonte originale]

MILANO – Non indugia neanche troppo, fra le bandiere tricolori e gli applausi degli oltre quattromila delegati, prima di lanciare l’atteso proclama: “Ci faremo trovare pronti: abbiamo le idee e gli uomini giusti. È arrivato il nostro tempo”. Così Giorgia Meloni svela le mire di governo: sue e di un partito riunito in massa a Milano. La prova di forza c’è tutta, il copione è quello dell’assalto alla vetta, i tempi del discorso – 70 minuti – sono quelli di chi snocciola un programma da premier. Non manca la retorica: “Trasformeremo questa epoca infame in un nuovo Risorgimento italiano”.

Meloni, nel suo lungo intervento, non cita nessun leader del centrodestra. Non nomina neppure i segretari degli altri partiti. Chiama in causa solo Joe Biden e Mario Draghi. Al presidente Usa ricorda senza giri di parole come l’Europa pagherà caro gli effetti della guerra: “Non saremo i muli da soma dell’Occidente: noi pagheremo un prezzo superiore alla crisi, serve un fondo di compensazione”. Ma la presidente di Fratelli d’Italia non abdica né alla collocazione atlantista (“la Destra è lì, salda, dal Dopoguerra”) né cede a una visione anti-Ue: “Siamo più europeisti di tanti Soloni di Bruxelles. Noi rivolgiamo critiche all’Unione perché queste politiche hanno umiliato la storia europea, l’hanno ridotta al lumicino. Sbaglia chi segnala i problemi o chi fa finta di niente? L’Europa non ha politica estera, ma nessuna nazione europea rispetta l’impegno del 2 per cento alla Nato. L’ingerenza americana è una scelta europea ed è sbagliata. Non sempre abbiamo interessi sovrapponibili”. Secondo Meloni “la Nato deve avere due colonne, gli Usa e l’Europa, con pari dignità. Dobbiamo essere alleati e non sudditi”. Meloni si schiera con il popolo ucraino che difende la sua patria, definita “la prima delle madri”.

Chiede alla civiltà occidentale di “non rinunciare ai suoi valori, alla sua anima”. Attacca le “utopie globaliste” sconfitte dal binomio pandemia-guerra”. Ci sono tutti, i temi clou della narrazione meloniana: la leader difende il primato del made in Italy, chiede un ministero del mare, ribadisce le ragioni del presidenzialismo e attacca il Nazareno: “Il Pd non mi dica che questa riforma non funziona perché c’è il rischio che qualcuno vada al governo con il 25 per cento: loro ci stanno da tre anni con il 18…”. E ancora: difesa della famiglia, lotta contro l’utero in affitto, a favore del merito, contro “l’idiozia dell’uno vale uno”. E Mario Draghi? Al premier Meloni chiede “di prendere questa sua autorevolezza che sta in cantina, spolverarla, e andare in Europa per invocare una revisione delle priorità del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in modo da intervenire sugli effetti della crisi: bisogna tenere in equilibrio la sostenibilità ambientale con quella sociale”.

Nella giornata dell’orgoglio Fdi, ci prova Matteo Salvini a tentare di fare il guastafeste. La Lega è presente alla convention solo con la presenza istituzionale del governatore lombardo Attilio Fontana. I due capigruppo, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, non rispondono all’invito: il primo fa sapere di avere l’inaugurazione di un macchinario all’ospedale di Alessandria, l’altro non ha ancora il Green Pass dopo il Covid. Ma il segretario della Lega, che non è stato invitato, a un certo punto della giornata dice di voler fare un salto alla convention: “Giorgia è nella mia città, conto di passare a salutarla”. Ignazio La Russa, tuttavia, vede l’annunciata visita come un dispetto, un modo per oscurare la kermesse, e chiude la porta: “Sarebbe un controsenso per noi e per Salvini. È una manifestazione di partito per cui siamo lieti se vengono i capigruppo ma sarebbe stato un fuor d’opera far venire e non far parlare i leader degli altri partiti”. Eppure il segretario leghista insiste: “Un saluto non è mai un controsenso, poi non entro nel merito politico. Per cortesia, c’è un evento di un partito alleato nella mia città e quindi un saluto, non politico ma affettuoso, è il minimo che si possa fare. Poi lascio agli altri il contenuto politico”.
Un balletto che accompagna il primo pomeriggio di lavori. E che la dice lunga sullo stato dei rapporti all’interno dell’alleanza, alle prese con liti e divisioni specialmente in Sicilia. Oggi nuova puntata. Con l’ombra di Salvini ad aleggiare sul raduno degli alleati-avversari di Fratelli d’Italia.

Il Portale Web dell’informazione libera

VIES TV

L’articolo che hai letto è stato di tuo interesse?

Scopri gli articoli correlati e lascia un commento!

Contattaci per info e collaborazioni.

Tags

Condividi questo post:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vuoi restare aggiornato sulle ultime news e le nuove uscite della nostra Web TV?
Iscriviti alla nostra Newsletter, ti invieremo solo informazioni utili e di valore.

Iscriviti alla nostra Newsletter mensile

Ricevi notifiche e riepiloghi delle notizie del mese

Non ti invieremo mai nessuno spam,
solo contenuti utili e di valore.

Il portale web dell’informazione libera.