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A Lampedusa 13 sbarchi: 700 migranti all’hotspot. Mediterranea salva 28 persone, avvistato un morto

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Settanta migranti, fra cui due donne, sono riusciti ad arrivare da soli fino a Lampedusa e sono sbarcati sugli scogli di Cala Galera. Quindici di loro, nell’abbandonare la barca partita da Zuwara, in Libia, si sono feriti e sono stati accompagnati al poliambulatorio: nessuno è in gravi condizioni e i sanitari stanno medicando escoriazioni e tagli provocati dalla caduta sulle rocce.

Il gruppo è composto da marocchini, bengalesi ed egiziani.

Prima di loro erano sbarcati altri 125 migranti. Durante la notte, una motovedetta della Guardia di finanza ha agganciato un barcone di 12 metri con a bordo 60 egiziani, pakistani, bengalesi e marocchini, partiti da Sabratha, in Libia. Hanno raccontato di aver pagato da 4 mila a 7 mila dollari a testa.

Proseguono senza sosta gli sbarchi di migranti a Lampedusa. In 310 a bordo di sei barconi sono approdati sull’isola, portando così a 684 il numero delle persone arrivate dalla mezzanotte, su 13 natanti. A soccorrere l’ultimo gruppo sono stati i finanzieri e gli operatori di Frontex con le motovedette.

Ai soccorritori, i migranti hanno riferito di essere partiti dai porti libici di Zuara, Zauiya, Khoms e Tajura. Sono stati portati all’hotspot dell’isola da dove, in mattinata, sono stati trasferiti in 300 col traghetto di linea per Porto Empedocle.

Gli ospiti, adesso, sono 728 ma le segnalazioni di barconi nei pressi delle coste continuano ad arrivare.

Sabato, sull’isola ci sono stati 11 sbarchi, per un totale di 581 persone.

La barca del soccorso civile Safira di Mediterranea Saving Humans ha svolto un’operazione di soccorso di 28 persone, tra cui 12 minori, che erano alla deriva in zona sar Tunisia dopo essere partiti dalla costa libica di Sabratha. Ne dà notizia la stessa Ong, precisando che l’operazione di soccorso migranti è stata fatta alle 16.

L’avvistamento della barca alla deriva è avvenuto durante le operazioni di ricerca avviate fin dalle 9 di questa mattina nella zona, dopo che l’equipaggio aveva scorto un corpo senza vita poi scomparso nel mare e chiari segni di naufragio di una barca in legno. Le persone soccorse, tutti profughi in fuga dalla Libia, sono di varie nazionalità dell’Africa subsahariana e occidentale. Erano in mare da 52 ore, completamente stremati. Il team medico di bordo si sta prendendo cura di loro.

“Quello che ci rammarica è di non essere riusciti a recuperare il corpo di una persona che avevamo avvistato. Dai relitti in zona, temiamo ci sia stato un naufragio senza superstiti”, dice all’AGI Laura Marmolare, presidente di Mediterranea Saving Humans.

 

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