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Tutti insieme pur di espugnare Lucca. Moderati, neri, complottisti. Con l’obiettivo di recuperare il netto vantaggio del candidato Pd Francesco Raspini su quello di centrodestra, Mario Pardini, che ieri ha trasformato il suo flirt con la destra estrema di Fabio Barsanti in apparentamento. Un’alleanza formale, stretta anche col moderato Elvio Cecchini, abbracciata dall’ex consigliere di Casapound (poi al misto) con un post su Facebook in cui parla di un accordo che, se vincente, permetterà a Lucca di “liberare tante energie che sono rimaste ingabbiate dal centrosinistra”.
Un apparentamento che scatena la reazione del Pd nazionale. “A Lucca il centrodestra non si pone problemi a chiedere i voti dell’estrema destra neofascista ( o fascista del terzo millennio come amano definirsi) pur di tentare di conquistare il potere. Nella città toscana, ecco l’apparentamento con CasaPound, per tentare di coprire il vuoto di idee e progettualità per Lucca _ commenta Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera – Il centrodestra a livello nazionale, fa finta di niente, fa finta che Casapound sia un alleato qualsiasi, e ormai i segnali di sdoganamento del neofascismo sono sempre più inquietanti, quando serve per guadagnare voti il centrodestra di Berlusconi, Salvini e Meloni, non conosce ostacoli, se serve si sposta pure verso l’estrema destra. E’ un fatto pericoloso, un elemento inquietante”.
Sulla carta, fino a ieri, a Lucca in vantaggio era il Pd Raspini: circa 10 punti in più di Pardini che però sta imbarcando tutti. Da Barsanti al No Green Pass Andrea Colombini, che però non si apparenterà, perché “non voglio poltrone. Votate per Mario Pardini che è contro il Pd”. Così per i dem si complicano le cose anche a Lucca, al voto il 26 con Carrara per i ballottaggi.
Appelli e patti sul vassoio, a Lucca e Carrara è iniziata la caccia ai voti per vincere il ballottaggio
di
Alessandro di Maria
Due sfide al termine delle quali il Pd potrà cantare vittoria o crollare, ad appena un anno dalle politiche. Nel Pd lucchese l’allarme suona da qualche giorno, eppure lo stesso Raspini due giorni fa, quando non si sapeva la natura dell’asse Pardini-Barsanti, riferiva tranquillità, ribadendo di non aver “fatto una campagna elettorale guardando gli avversari”. “Il primo obiettivo”, diceva, era riportare chi lo aveva già scelto a votare perché “ci porterebbe vicini alla vittoria”.
Ma quella fetta potrebbe non bastare più e così ecco che il dialogo con Alberto Veronesi e Italia Viva va avanti e chissà se il candidato sindaco, che fino a 48 ore fa accusava il suo avversario di fare “appelli a tutto l’arco politico, il che denota un po’ di disperazione e di carenza di idee per governare” dorme sogni tranquilli. Di certo dall’altra parte le somme le hanno fatte: Pardini (34,3%), alleandosi con Barsanti (9,5%), Cecchini (3%) e con l’appoggio di Colombini (4,2%), ha un bacino potenziale di circa il 50%.
Alla Lega volano stracci Tomasi punge Giani: “Pensi a governare”
di
Ernesto Ferrara
Una carica che a Lucca non si era mai vista perché se il centrodestra spesso ha governato mai lo ha fatto con alleanze così esplicite con gli estremisti (5 anni fa, al ballottaggio, il candidato del cdx Remo Santini rifiutò l’8% di Barsanti). Un fatto rilevato anche dallo stesso Raspini, per il quale il suo avversario “ha scelto di giocare nell’arco dell’estrema destra, con una lista in cui c’è chi auspica l’uscita dell’Italia dall’Ue. Io rappresento altri valori”.
In Toscana allarme ballottaggi per il Pd. La Lega cola a picco, Meloni si prende la destra
di
Ernesto Ferrara
14 Giugno 2022
E se la sua posizione si è complicata, mai lo è quanto quella a Carrara dove il dilemma, pronosticato, resta. Simone Caffaz, il candidato leghista che al 1° turno ha tallonato il Pd, è pronto all’intesa con Andrea Vannucci, sostenuto da Fdi e Forza Italia, e si prepara a lanciare un appello a tutti i moderati per battere il centrosinistra. Per vincere la candidata dem Arrighi può far poco. I grillini si sono sfilati, decidendo di “non dare indicazioni di voto – spiega il vicesindaco uscente Matteo Martinelli – . Ci sono giochini per barattare pacchetti di voto in cambio d’incarichi con candidati che si offrono a destra e sinistra; noi abbiamo rispetto dei nostri elettori”, e con IV un apparentamento è quantomai complesso perché il rischio è che grillini e sinistra (presentatisi insieme per Vincenti) non ci pensino proprio a quel punto a votare i dem. Così, in caso di mancate alleanze, quel 15% di Italia Viva potrebbe disperdersi.
Il commento
Toscana, alle comunali premia il lavoro sul campo
di
Fabio Galati
Non sono esattamente i 10 giorni che il Pd toscano aveva sognato. Con uno tsunami che in caso di doppia sconfitta rischia di abbattersi sulla segretaria regionale Simona Bonafè con un congresso pressoché inevitabile in autunno e anche sulla giunta Giani, sebbene senza conseguenze formali: “Non penserete mica che perdiamo 3 a 0 nei capoluoghi a un anno dalle politiche e possiamo permetterci di far finta di nulla?” vanno ripetendo da giorni tanto i dirigenti di Italia Viva quanto quelli dem dietro stretta promessa di anonimato. Mentre il centrodestra si mobilita: Fdi ha lanciato la sfida su Firenze e la Lega, surclassata dai meloniani, si sta organizzando per la rimonta. Con Susanna Ceccardi pronta a mettersi in campo per il Parlamento tra un anno.