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A Stromboli la conta dei danni, dopo l’incendio partito dal set della fiction tv “Protezione civile” che per 24 ore ha devastato l’isola, ha già superato i 50 milioni di euro. E’ tutta la macchia mediterranea incenerita, con i consegueti timori per la tenuta del terreno del vulcano adesso a rischio frane e smottamenti alla prima pioggia pesante, ma probabilmente è anche l’impossibilità di svolgere l’attività delle escursioni sui crateri che d’estate portano ogni giorno su centinaia di persone. Oltre ai danni ad una ventina di abitazioni e ad alcune strutture di monitoraggio della Protezione civile. I tecnici del Laboratorio di Geofisica Sperimentale hanno fatto sapere che, per i danni alla loro stazione, il sistema di monitoraggio frane non è attivo mentre tutti i sistemi di allerta vulcanica (tsunami e parossismo) sono perfettamente funzionanti.
I primi a chiedere risarcimenti immediati sono gli albergatori e gli operatori economici che temono disdette per l’isola che ha visto bruciare tutta la sua vegetazione.Federalberghi Isole Eolie chiede accertamenti e risarcimenti per il “folle incendio” che ha devastato l’isola. In una nota-esposto trasmessa al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, al sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, alla Protezione civile, all’assessorato e al Dipartimento regionale dell’agricoltura, al prefetto di Messina, ai carabinieri e ai vigili del fuoco viene sollecitata “ogni azione volta ad accertare le responsabilità e a risarcire la comunità”. Come già sottolineato dal primo cittadino, che chiederà anche lo stato di calamità, “non c’è nessuna intenzione di lasciar correre su eventuali responsabilità. Sono ingenti i danni materiali e immateriali a carico di della comunità, i rischi corsi dall’eroica popolazione per domare l’incendio, lo sconforto, lo scoramento, la rabbia e la tristezza provocati negli abitanti di Stromboli ma anche nel resto dell’arcipelago eoliano, oltre che nei visitatori nazionali e internazionali da sempre innamorati dell’isola patrimonio dell’umanità”.
Proseguono intanto le indagini dei carabinieri e della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto sulla dinamica dell’incendio. Accertato che si è sviluppato durante le fasi di preparazione di una scena che avrebbe dovuto essere girata poco dopo alla presenza del regista Marco Pontecorvo, sono in corso le verifiche sulle autorizzazioni che la società di produzione 11 marzo sostiene di aver ricevuto regolarmente mentre sindaco e vigili del fuoco negano di aver dato il nullaosta.
La scena incriminata prevedeva la fuga di una bambina dalla sua casa quando al risveglio si accorge di un bagliore rossastro fuori dalla finestra, bagliore che avrebbe dovuto rappresentare l’attività vulcanica e che forse lo staff di produzione stava provando a realizzare con l’accensione di un fuoco finito poi fuori controllo anche a causa del forte scirocco che soffiava mercoledì mattina.
La troupe, che avrebbe dovuto concludere alla fine di questa settimana le riprese che andavano avanti dall’inizio del mese, ha in gran parte lasciato l’isola anzitempo ieri sera.