Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

VIES Newsletter

Gratuito / Prova ora

Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

Accordo sui giudici onorari: è rivolta. Per il governo il massimo possibile, per loro “una proposta umiliante e indecorosa”

[ Leggi dalla fonte originale]

ROMA – Cinquemila anime in pena da vent’anni. Per la precisione, a oggi, 4.770. Dati aggiornati dal Csm. Sono i precari della giustizia, di cui Repubblica ha via via raccontato le vicissitudini, raccolto le testimonianze, come quella del giudice di Parma Livio Cancelliere che a luglio, a piedi, è venuto dalla Guardasigilli Marta Cartabia per descrivergli l’umiliazione del suo lavoro da precario della giustizia. Un piccolo esercito: 1.124 giudici di pace, 1.969 giudici onorari di tribunale (i Got), 1.677 vice procuratori onorari (i Vpo). 

Sono il pilastro della giustizia in Italia. E non si occupano solo di tutte le cause minori. Vanno in aula e giudicano nei processi “normali”. E sempre in aula sostengono la pubblica accusa. Quindi sono giudici a tutti gli effetti? Purtroppo no, non lo sono mai stati. Loro sono convinti di sì, sentono di esserlo. Ma lo Stato – che non ha i soldi per pagarli come dovrebbe e garantirgli le tutele che sono la regola per gli altri lavoratori – dice di no, e li mortifica da sempre. E per la legge italiana non saranno veri giudici, come quelli ordinari, neppure domani. Ma parificati al personale amministrativo. Anche se la Corte di giustizia del Lussemburgo ci ha bacchettato, e la Commissione Ue ha aperto una procedura d’infrazione che adesso ha costretto via Arenula ad affrontare il caso. Dunque siamo a uno snodo, che vede da una parte il governo e la ministra della Giustizia Marta Cartabia. E dall’altra loro, le toghe onorarie, per l’ennesima volta insoddisfatte e sul piede di guerra.

Perché? È presto detto. E le notizie sono freschissime. Giusto di ieri. Frutto di una lunga trattativa. Al Senato, nell’ambito della manovra, in commissione Bilancio, è giunto l’emendamento del governo con la piattaforma per stabilizzare la magistratura onoraria, che arriva direttamente dalle stanze di Cartabia. In via Arenula la considerano, dopo anni di cronica crisi, una soluzione possibile e accettabile, che accomuna la stabilizzazione e la disponibilità dei fondi. Un compromesso? Certo. L’unico possibile al momento? Parrebbe proprio di sì. Un accordo accettabile? La risposta è sì, vista dalle stanze di Marta Cartabia, la Guardasigilli.

Ma dall’altra parte, quella delle organizzazione sindacali delle toghe onorarie il no è netto, anche drammatico, perfino sdegnato. Dice la Vpo di Milano Monica Cavassa, che fa parte della Consulta della magistratura onoraria: “Ancora una volta si è voluta umiliare la nostra categoria parametrandoci ai dipendenti amministrativi e ignorando volutamente il nostro ruolo negli uffici giudiziari. Sono orgogliosa di essere un servitore dello Stato, ma non sono orgogliosa di servire questo Stato da 22 anni”. La giudice di pace di Napoli Olga Rossella Barone, presidente del Coordinamento Magistratura giustizia di pace, è altrettanto netta: “L’emendamento che il governo si accinge a emanare, contestato fermamente da tutte le associazioni, non è lesivo solo in termini economici e di demansionamento, per le incerte funzioni amministrative, ma lede la nostra dignità di lavoratori, così come riconosciuti anche dalle Corti europee e italiane, ponendoci in una situazione di vero e proprio ricatto che riteniamo inammissibile se applicate in un Paese come il nostro che dovrebbe essere orientato, ancora, al rispetto dei principi costituzionali”. 

Ma è la lettera che Giulia Bentley, vpo a Palermo da 20 anni, ha appena indirizzato alla ministra Cartabia a contenere toni drammatici. Come questo passaggio: Un giorno mia figlia, dodici anni appena compiuti, mi ha chiesto perché, dato che stavo male, non rimanevo a casa a riposare invece di andare in udienza o in ufficio per il mio turno di servizio. Le ho risposto che andare al lavoro – io al contrario di quanto fa lo Stato italiano lo considero tale – mi faceva stare meglio. Non ho mentito…, ma ho omesso. Ho omesso di dire che se non fossi andata, a lungo andare avremmo avuto preoccupazioni economiche importanti. E mentre proseguivo la terapia chemioterapica ho continuato, per quanto le forze mi concedevano, a svolgere il mio ruolo di pubblico ministero di udienza, orgogliosamente e senza risparmiarmi. Sono tornata in aula subito dopo l’intervento ed entro i sei mesi…per non rischiare un provvedimento di decadenza dalle mie funzioni”. Ecco, questo succede se eserciti la funzione di vice procuratore “onorario”, un precario pagato a cottimo, che se sta male per sei mesi perde il posto, ma in aula ha il ruolo di vero pubblico ministero.

Cartelle, nel 2022 sei mesi per pagare. Ma il nodo Superbonus blocca la manovra

di Valentina Conte 18 Dicembre 2021

E adesso lo Stato che fa? Leggiamo assieme l’accordo che passerà nella manovra. Presentato ieri, verrà subemendato, ma con la fiducia passerà così com’è. La sintesi è questa: “Il governo si è proposto di riconoscere ai magistrati onorari in servizio al momento dell’entrata in vigore della legge Orlando (cioè il 15 agosto 2017) tutte le garanzie proprie di un lavoratore subordinato, comprese le tutele previdenziali rivendicate, prevedendo la possibilità di una permanenza in servizio fino a 70 anni, previa procedura valutativa di conferma nell’incarico”. Quindi, dice il governo, tutte le garanzie di un dipendente pubblico (previdenza, malattia, maternità), oltre che stabilità del rapporto di lavoro, sono la risposta di un governo che si è fatto carico, con responsabilità, della necessità di intervenire sul tema in un momento storico di ripartenza del Paese”. 

In sintesi ecco i punti: i magistrati onorari in servizio ad agosto 2017, possono essere confermati a domanda sin quando compiono 70 anni. Chi non accede alla conferma “tanto nell’ipotesi di mancata presentazione della domanda, che nell’ipotesi di mancato superamento della procedura valutativa” avrà un’indennità parametrata agli anni di servizio prestati per un massimo di 50mila euro. E questo è uno dei punti di massimo scontro, perché la somma viene considerata un vero schiaffo in faccia dopo anni di pagamenti a sentenza. Il Csm bandirà tre procedure di valutazione che si svolgeranno tra il 2022 e il 2024. I magistrati onorari confermati potranno optare per l’esclusività dell’incarico oppure no. Chi opta per l’esclusività otterrà un trattamento economico, assistenziale e previdenziale parametrato a quello di “un funzionario amministrativo di terza area in relazione al numero degli anni di servizio prestati oltre l’indennità giudiziaria nella misura del doppio di quella spettante al personale amministrativo”. E qui la collera delle toghe onorarie si fa enorme perché cade proprio la loro principale richiesta: essere a tutti gli effetti giudici come i colleghi ordinari. Verrà riconosciuto anche il buono pasto se l’attività di udienza supera le sei ore.

Punto per punto la proposta viene giudicata “umiliante”. Perché, per i prossimi tre anni durante la cosiddetta fase di “stabilizzazione”, ci sarà ancora molto cottimo, con il solo gettone di presenza, il cui valore non è mai stato modificato dal 2003. Lo stipendio sarà parametrato ai dipendenti amministrativi, e non ai giudici. Nonostante l’Europa abbia detto “in modo cristallino” che i giudici onorari sono dei giudici a tutti gli effetti. Una follia aver scelto come  data di partenza l’agosto 2017, “cristallizzando in quel momento l’anzianità di servizio, e quindi rubando altri 5-6 anni”. Un affronto i 50mila euro per sanare il passato rinunciando per iscritto a tutti i diritti, dal godimento delle ferie ai contributo previdenziali. Continuerà il sistema dei “doppi lavoristi”, anche in questo caso contro gli inviti dell’Europa. Alla fine, se sei un giudici stabilizzato con un lavoro esclusivo, anziché con una funzione promiscua che ti consente un’altra attività per due giorni a settimana, guadagni 300 euro al mese in più. Le valutazioni di professionalità si svolgeranno tra il 2022 e il 2024, quindi i più giovanni dovranno aspettare ancora 3 anni. Ma quanto sarà lo stipendio? Per 5 o addirittura 7 giorni 1.500 euro. Il commento delle toghe onorarie? Una “proposta del tutto indecorosa”. 

Il Portale Web dell’informazione libera

VIES TV

L’articolo che hai letto è stato di tuo interesse?

Scopri gli articoli correlati e lascia un commento!

Contattaci per info e collaborazioni.

Tags

Condividi questo post:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter mensile

Ricevi notifiche e riepiloghi delle notizie del mese

Non ti invieremo mai nessuno spam,
solo contenuti utili e di valore.

Il portale web dell’informazione libera.