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Grazie ad una traccia registrata dal telefono di uno dei due alpinisti inglesi dispersi dal 1 gennaio in Trentino sull’Adamello i soccorritori hanno trovato uno dei corpi, purtroppo senza vita, sepolto sotto la neve. L’operazione è stata condotta dalle squadre di terra del Soccorso alpino, trasportate in elicottero questa mattina nei pressi del passo di Conca a una quota di circa 2.600 metri. Le ricerche sono proseguite attraverso dei sondaggi nella neve, nella zona identificata come prioritaria del secondo escursionista ma a causa del maltempo si sono dovuto interrompere nel primo pomeriggio.
Gli zaini ritrovati
In mattinata erano stati ritrovati gli zaini e l’attrezzatura all’interno del bivacco Malga Dosson, a 2360 metri di quota. Gli alpinisti, Aziz Ziriat di 36 anni e Samuel Harris di 35, entrambi di Londra. Sono impegnati nelle ricerche trenta soccorritori, tra Soccorso alpino, guardia di finanza e vigili del fuoco. Un elicottero ha sorvolato la zona compresa tra il bivacco e la cima del Carè Alto e ha portato in quota una quindicina di operatori del Soccorso Alpino per procedere con la ricerca via terra in una zona considerata primaria perché appunto contenuta in una traccia registrata dal telefono di uno dei due alpinisti, ovvero l’area del passo di Conca, a circa 2.600 metri di quota. Attivato anche un servizio di assistenza psicologica per dare sostegno ai familiari arrivati dalla Gran Bretagna.
La fidanzata: “Spero siano in un bivacco”
“Volevano scollegarsi da tutto. Non mi è sembrato strano che non si facessero sentire. So che sono arrivati alla baita e che stavano bevendo vino rosso, lui ha detto che si gelava. Spero solo che si trovino in un bivacco in attesa dei soccorsi”, aveva detto Rebecca Dimmock, fidanzata di Aziz Ziriat.
Le ultime tracce dei due escursionisti portavano al bivacco Malga Dosson, dove sono stati trovati i loro zaini. È da qui che il primo giorno dell’anno alle 14 hanno inviato a familiari e amici l’ultimo messaggio. Poi più nulla, i cellulari irraggiungibili. I due alpinisti avrebbero dovuto prendere il volo di rientro il 6 gennaio. Non vedendoli scendere dall’aereo, le famiglie hanno dato l’allarme.