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Agrigento, lavori e strade impossibili: “Siamo in grande ritardo”

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Agrigento — Gli operai dell’edilizia acrobatica arrampicati sul tetto del teatro nel cuore del centro storico sono intenti a riparare la falla fra le tegole che sabato scorso, alla fine di un concerto, ha fatto arrivare la pioggia sul palco, mentre una squadra di vigili del fuoco nella centralissima via Atenea rimuove calcinacci dall’ultimo piano di una palazzina per metterla in sicurezza.

Ad Agrigento si corre perché fra poco più di quarantott’ore, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, salirà la scalinata del teatro dedicato a Luigi Pirandello per inaugurare l’anno di Capitale italiana della cultura 2025. La scritta “We love cultura” appare al fianco della stazione centrale dopo due ore e mezza di statale-trappola che da Palermo, dove atterrano i turisti, dopo 127 chilometri percorsi con l’obbligo del limite di 50 orari e cantieri mai finiti porta finalmente alla città dei templi. Ma basta un incidente come ieri, un morto e tre feriti, a fare lievitare l’agonia di un percorso infernale a oltre quattro ore di deviazioni in strade sterrate coperte dal fango. I sindaci del comprensorio soltanto l’altro ieri hanno presentato le loro proposte per migliorare viabilità e parcheggi.

È in ritardo tutta la macchina della fondazione “Agrigento 2025”, costituita circa un anno fa ma di fatto operativa da pochi mesi sotto la guida di Roberto Albergoni. Non c’era aria di festa, ieri, per le vie del centro semideserte anche a causa della pioggia battente, né traccia tangibile di un anno speciale.

“Per noi la capitale italiana della cultura è ogni giorno, ogni secondo – dice Roberto Sciarratta, direttore del parco archeologico della Valle dei templi – Quest’anno inaugureremo nuovi siti e nuovi percorsi, anche l’allestimento di Casa Pirandello sarà rimodernato. Il primo successo di questa finestra di Capitale della cultura sarebbe fare innamorare una parte dei cittadini delle bellezze che abbiamo sotto gli occhi”.

L’ente parco prenderà in carico l’apertura di un infopoint in via Atenea che deve ancora aprire, appunto, e la realizzazione di servizi igienici pubblici che non esistono.

“Registriamo grande interesse verso Agrigento, ma la città deve farsi trovare pronta, i turisti cercano servizi ed è chiaro che siamo in grande ritardo”, dice Francesco Picarella di Federalberghi Agrigento. Tutto, però, sembra immobile. Il portone di palazzo Tomasi, nella parte alta del centro storico, da decenni al centro delle scommesse di rilancio di tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute, è sbarrato. Eppure dovrebbe diventare il quartier generale dei 44 progetti del programma di Agrigento capitale. A pochi passi dall’ingresso, ancora ieri, c’era una catasta di legname e scatoloni abbandonati. “Benvenuti ad Agrigento, capitale della cultura con il centro storico più sporco d’Italia”, recitava un cartellone rimosso ieri mattina. “Da parte della gente c’è un bel po’ di scetticismo, soprattutto perché il programma è stato tenuto top secret fino alla presentazione di Roma e intanto sono emersi solo intoppi e criticità – dice Salvo Prestia, direttore generale della fondazione Teatro Pirandello che ieri seguiva i lavori da vicino – Agrigento è una città piena di tesori nascosti che si spera quest’anno di fare conoscere a quanta più gente possibile”.

Alessandro Accurso Tagano, titolare dell’unica libreria del centro, “Il mercante di libri”, ha investito in un locale più grande proprio in vista del riconoscimento di “Capitale della cultura”: “Le realtà culturali del territorio non sono state coinvolte – dice Tagano – Posso dire che quest’anno per i due festival estivi che organizzo da anni non inserirò il logo di Agrigento capitale. Spero comunque nel maggior numero di turisti in arrivo”.

Basta spostarsi di poco dalla via Atenea, che sta cercando di cambiare pelle passando dal commercio alla ristorazione con tante vetrine chiuse che mostrano cartelli di affitto e vendesi, per arrivare nella zona franca in cui regna il degrado. “I giovani che tornano portano una visione nuova e indipendente e hanno la certezza che la politica non aiuterà e bisogna sbracciarsi da sé L’accoglienza è il fulcro del dossier – dice Mattia Grech che come altri trentenni agrigentini è tornato dopo anni di studio altrove – In città c’è un fermento assolutamente indipendente dall’iter di Agrigento capitale, titolo piovuto dall’alto”.

 

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