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Siamo arrivati alla parità. Ma ogni anno che passa guadagniamo terreno sul cancro. Oggi la percentuale di persone che guariscono da un tumore ha raggiunto il 50%, spiega l’Airc, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. La mortalità però sta calando ancora al passo dell1,5% all’anno, nonostante l’aumento delle persone che ricevono una diagnosi di quello che un tempo veniva chiamato “brutto male” o “male incurabile”.
Anche il merito di questi progressi va diviso all’incirca a metà fra la ricerca scientifica e la diagnosi precoce. Per continuare a fare passi avanti, sia nella prima che nella seconda, sabato l’Airc organizza la giornata delle Arance della Salute, occasione anche per festeggiare il suo 60esimo compleanno.
Le Arance in 3mila piazze
In 3mila piazze italiane (gli indirizzi sul sito dell’Associazione) ciascuno potrà finanziare la ricerca sul cancro in cambio di una rete di arance (13 euro), barattoli di marmellata (8 euro), di miele (10 euro) e un opuscolo con i passi avanti della scienza e i consigli per la salute.
Per il 2025 l’Airc prevede un investimento di 141 milioni di euro, che coinvolgerà 5.400 fra medici e ricercatori di ospedali, università ed enti di ricerca del nostro paese. L’Associazione è il maggior finanziatore privato indipendente dalle case farmaceutiche nel campo dell’oncologia.
Polmone big killer
Uno degli ossi più duri per l’oncologia oggi resta il tumore del polmone. La mancanza di strumenti pratici ed economici per la diagnosi precoce fa sì che poco più di un paziente su tre sopravviva per 5 anni dopo la diagnosi.
Il polmone è il terzo cancro più diffuso in Italia e la differenza in mortalità rispetto ai primi due (seno e colon), che sono diagnosticabili agli stadi iniziali, è lampante. Di tumore del polmone si ammalano ogni anno 43mila persone nel nostro paese. In 31mila perdono la vita.
Il robot dell’Istituto Europeo di Oncologia
Per analizzare se i noduli rilevati da una Tac del polmone sono benigni o maligni lo Ieo – Istituto Europeo di Oncologia di Milano – si è appena dotato di un apparecchio che sfrutta la tecnologia della chirurgia robotizzata. Il suo nome è Ion. Raggiunge noduli molto piccoli (pochi millimetri) che senza il suo aiuto potrebbero solo essere tenuti sotto controllo con esami ricorrenti (e una dose di ansia).
L’Istituto fondato nel 1994 da Umberto Veronesi al momento è uno dei due in Italia, e fra i primi in Europa, a usare lo strumento.
“Su 5mila Tac, la metà mostrerà dei noduli ai polmoni, ma solo 53 saranno davvero tumorali” spiega Lorenzo Spaggiari, che dirige la divisione di chirurgia toracica allo Ieo. Parla mentre siamo in sala operatoria, dove il paziente resterà addormentato per circa mezz’ora.
La sonda e il joystick
Una sonda di tre millimetri e mezzo di spessore raggiunge un piccolo nodulo all’estremità del polmone, vicino alla pleura. Lo guidano le immagini della Tac montata sull’apparecchio e le mani di Juliana Guarize, direttrice della pneumologia interventistica.
Guarize muove un joystick guardando uno schermo che si trova dietro la testa del paziente. Vi compaiono le infinite ramificazioni dei polmoni. Hanno l’aspetto di un labirinto, all’interno del quale Ion indica la direzione da prendere per raggiungere un nodulo molto periferico.
Guarize con il joystick di fronte allo schermo
Prelevato un frammento, la sonda viene ritirata. La diagnosi viene eseguita immediatamente dal patologo in sala operatoria. Le cellule del nodulo compaiono su un secondo grande schermo mentre Guarize ha già ripreso a percorrere il labirinto alla ricerca di un altro nodulo.
“La broncoscopia eseguita a mano dal chirurgo è più impegnativa e limitante” spiega Spaggiari. “Oggi usiamo Ion per fare la biopsia del nodulo e la diagnosi. Presto però il robot sarà capace anche di eliminare il nodulo usando il calore. Risolverà così il problema alla radice”.
Un futuro con meno fumo
Il tabacco è la causa dell’85-90% dei casi di cancro del polmone. Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista medica The Lancet Public Health e ripresa dal sito dell’Airc il numero dei fumatori è destinato a ridursi in futuro, grazie alle misure di salute pubblica e alla maggiore attenzione allo stile di vita.
Secondo i ricercatori del gruppo Tobacco Forecasting Collaborator l’abitudine di fumare nel 2050 potrebbe coinvolgere il 25,9% degli uomini in meno e il 30% delle donne in meno rispetto a oggi. L’aspettativa di vita guadagnerebbe oltre quattro anni e mezzo: da 73,6 anni oggi (a livello mondiale) a 78,3 nel 2050.