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lI giorno ‘X’ è arrivato: oggi, giovedì 13 ottobre, Camera e Senato sono convocati per eleggere i nuovi presidenti. È il primo atto formale dell’avvio della XIX legislatura. Ma rappresenta anche il primo banco di prova “politico” per la coalizione di centrodestra, a cui le urne hanno affidato una vittoria netta e con numeri che, almeno sulla carta, consentono alla nuova maggioranza una navigazione tranquilla nelle Aule parlamentari. Infine, l’elezione dei presidenti di Montecitorio e palazzo Madama è anche il primo passaggio istituzionale necessario a consentire di poter avviare le consultazioni al Quirinale con i colloqui che, per prassi costituzionale, prendono il via con i presidenti emeriti e subito dopo con i presidenti dei due rami del Parlamento.
La prima convocazione di Camera e Senato
Spetta alla senatrice a vita Liliana Segre e al vicepresidente uscente di Montecitorio, il renziano Ettore Rosato, dirigere oggi i lavori della prima seduta dei due rami del Parlamento prevista. I rispettivi presidenti provvisori procederanno quindi alla proclamazione degli eletti.
Camera e Senato come si eleggono i presidenti
Montecitorio
L’Aula di Montecitorio è convocata alle 10: dopo la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria e quindi la proclamazione dei deputati eletti, prenderà il via la votazione per eleggere il successore di Roberto Fico. Lo scrutinio è segreto e viste le maggioranze richieste nelle prime tre votazioni (dei due terzi dei componenti la Camera, dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche), l’elezione è attesa dal quarto scrutinio in poi, quando sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti, ovvero almeno 201 voti. Numeri di cui dispone ampiamente la maggioranza, che può contare su almeno 237 deputati (si attende l’esito del vaglio da parte della Cassazione sull’attribuzione definitiva di alcuni seggi). Dunque, al massimo per venerdì pomeriggio si dovrebbe conoscere il nome del nuovo presidente.
Palazzo Madama
L’Aula del Senato è convocata alle 10:30. Sbrigati gli adempimenti tecnico-burocratici, anche a palazzo Madama prenderà il via la votazione per l’elezione del successore di Elisabetta Casellati. Qui i numeri richiesti (maggioranza assoluta dei voti dei componenti, pari a 104 senatori, compresi quelli a vita) consentono al centrodestra (che può contare su almeno 115 senatori) di eleggere sin dal primo scrutinio il nuovo presidente, quindi nella stessa giornata di giovedì. Dopodiché si dovrà procedere alla costituzione dei gruppi (deputati e senatori dovranno comunicare ai rispettivi presidenti a quale gruppo intendono iscriversi): procedura che potrebbe essere espletata tra sabato e domenica.
L’elezione dei capigruppo
L’ultimo atto formale, prima dell’avvio delle consultazioni, sarà la convocazione dei gruppi per procedere all’elezione dei capigruppo che, poi, assieme ai leader di partito, saliranno al Colle per essere ‘ascoltatì dal Capo dello Stato. L’elezione dei capigruppo, secondo i rumors di palazzo, potrebbe svolgersi al massimo tra domenica 16 e lunedì 17 nella mattinata.