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Repubblica dedica uno spazio fisso alle morti sul lavoro. Una Spoon River che racconta le vite di ciascuna vittima, evitando che si trasformino in banali dati statistici. Vite invisibili e dimenticate. Nel nostro Paese una media di tre lavoratori al giorno non fa ritorno a casa e “Morire di lavoro” vuole essere un memento ininterrotto rivolto a istituzioni e politica fino a quando avrà termine questo “crimine di pace”.
“Era un professionista sempre disponibile. Abbiamo incrociato i nostri passi con i suoi in numerosi interventi”. Il saluto dei poliziotti della Polstrada di Piacenza, è come un film sull’intera vita lavorativa di Alessandro Malchiodi. Quegli incontri in autostrada sono il pane quotidiano di certi lavori: camionisti, meccanici, forze dell’ordine. Poi dalle parti di Piacenza, la fettuccia di asfalto taglia in due panorami di capannoni industriali e giganteschi centri della logistica che hanno intaccato l’altra grande attività del territorio, l’agricoltura. Alessandro era un meccanico del soccorso stradale, aveva 45 anni e un figlio, ed è morto schiacciato dal rimorchio di un Tir in panne sull’AutoSole dalle parti, appunto, di Piacenza. “Mi ha salvato in autostrada poco tempo fa – ha scritto sui social una donna – ero rimasta ferma con la mia ambulanza veterinaria. Lo stavo cercando da qualche giorno perché dovevo andare a valutare il suo dogo argentino e perché voleva farmi girare nella pista da cross che aveva realizzato. Ho cercato di contattarlo e solo oggi apprendo questa notizia terribile. Avevo promesso che avrei aiutato anche sua mamma con i gatti. Veramente una brava persona”.