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“Basta, noi scienziati non possiamo più restare inascoltati: serve una cultura del rischio o sarà sempre peggio”. Antonello Pasini, fisico del clima del Cnr, dopo la tragedia delle Marche colpite da un V-Shaped, temporale autorigenerante, ribadisce la necessità di costruire al più presto una “cultura del rischio” prima di trovarci nuovamente a rincorrere le emergenze. L’autunno climatico si preannuncia “pericoloso”, ma nonostante la complessità di prevedere certi fenomeni lo scienziato ribadisce che si può ancora fare molto per prevenire e adattarci.
La fragile Italia è sempre più esposta agli effetti della crisi climatica. Cosa si può fare per evitare tragedie come quella delle Marche?“Bisogna costruire una cultura del rischio il cui fine è sapere, nel momento dell’emergenza, cosa fare. I giapponesi insegnano ai bambini come comportarsi in caso di terremoto: noi dovremmo fare la stessa cosa, comune per comune, a seconda delle criticità dei territori. Siamo un Paese con un fortedissesto idrogeologico: è necessario costruire una cultura che ci porti a sapere a monte quali sono i fenomeni che ci attendono e quali i più rischiosi. E serve anche una cultura della legalità legata a dove si è costruito in maniera abusiva”.
Per farlo un mezzo ci sarebbe, ma è fermo da cinque anni.“Dovevamo iniziare prima: dal 2017 è fermo in attesa di autorizzazione il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. È pronto: se in funzione sbloccherebbe i piani municipali, quelli che davvero servono in caso di fenomeni estremi, dato che nel momento in cui la Protezione civile fornisce l’allerta è solo il sindaco che può sapere dove agire”.
Però certi eventi meteo non sono semplici da prevedere…“Fenomeni convettivi come quelli delle Marche sono molto difficili da prevedere ma ci possono essere indicazioni se ci sono o meno condizioni di rischio. Localizzare l’alluvione lampo a volte è fattibile solo pochissime ore prima e seguendo il radar con una unità operativa molto accurata”.
E i cittadini come possono proteggersi?“A partire dai bollettini devono informarsi. Quando arrivano fenomeni intensi alluvionali è bene chiudersi in casa, magari ai piani alti, evitare cantine e garage. Ma un domani ci dovrà essere un sistema diretto, da parte dei sindaci, per parlare e avvisare i cittadini grazie alle nuove tecnologie”.
Ci aspetta un autunno difficile?“Sì. Le previsioni stagionali per l‘autunno danno ancora temperature sopra le medie. Questo caldo sarà inframmezzato da irruzioni fredde, come quella in arrivo. Con un mare Mediterraneo “bollente” potrebbero esserci altri eventi davvero pericolosi”.
Il tempo per adattarci è dunque poco…“Questi fenomeni aumenteranno. Dobbiamo evitare di raggiungere scenari di surriscaldamento in cui sarà quasi impossibile difendersi o saremo fritti: a quel punto potremo solo correre dietro alle emergenze e non più pianificare. Noi scienziati lo ribadiamo alla politica: non possiamo subire e rincorrere il futuro, lo dobbiamo scegliere”.
Però continuate a restare inascoltati?“In campagna elettorale si continua a parlare di “emergenze”, dal gas alla guerra, ma se continuiamo solo a tappare buchi senza visione del futuro nulla cambierà. Queste emergenze vanno tutte valutate nell’ambito di una crisi più ampia: quella climatica”.