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SENIGALLIA – A valle l’allerta non era ancora scattata ma a Sassoferrato, 400 metri sul livello del mare dalle 19,30 del 15 settembre era già l’inferno per l’alluvione. A Sassoferrato, poco più di seimila abitanti, vivono anche Maria Memoli, il compagno Alessio Tassi e Melissa, figlia di Maria. Sono stati salvati da una catena umana formata da cinque carabinieri e dal sindaco Maurizio Greci.
Alessio, 44 anni, è in ospedale con la polmonite. La violenza dell’acqua e del vento lo ha trascinato dentro un cantinato: “C’è stato un momento in cui ho pensato che era finita, avevo deciso di lasciarmi morire. Avevo ingoiato troppa acqua e fango”.
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Alessio è stato tradito dal maltempo, al ritorno dalla sua azienda che produce cappe industriali. Al suo arrivo in strada, in via Cagli, ha visto la sua compagna con la figlia, 14 anni, sui tetti spioventi.
“Ha cercato di raggiungerci – racconta Maria Memoli che non si stacca un attimo da Alessio – e invece è scivolato in quel seminterrato che in poco tempo si è allagato fino al tetto”.
Quando Alessio era ormai certo di morire, la corrente lo ha trascinato verso uno sbocco d’aria. “Mi sono aggrappato a dei fili metallici. Ho visto delle luci. Da quel momento ho iniziato a urlare”, spiega a fatica dal suo letto d’ospedale.
Maria e Melissa erano sotto la pioggia già da un’ora. “Alessio è stato trascinato via dalla potenza dell’alluvione. Ero disperata, credevo fosse morto. Ci siamo infilate i cellulari sotto i reggiseni per proteggerli e chiamavamo i soccorsi”, piange Maria. Il fiume Misa è straripato verso valle trascinando con sé tronchi d’albero e tutto quello che incontrava nel suo percorso. E’ stato il comandante della compagnia di Fabriano a richiamare tutti i carabinieri in servizio. Una pattuglia è arrivata anche in via Cagli e i militari hanno sentito le urla di Alessio Tassi. “Ho sentito una mano afferrarmi e tirarmi su – Alessio ha ricordi vaghi – e poi mi sono ritrovato in ospedale intubato”.
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I carabinieri erano riusciti a formare, in cinque, una catena umana e ad agganciare una pala a un’auto. Così Alessio è stato salvato. “So che è forte e ce la farà”, dice Maria Memoli, che ha temuto anche per la figlia. Prima che arrivassero i carabinieri, la ragazzina è caduta dentro un lucernario da un’altezza di tre metri. Ha riportato alcune contusioni, anche lei è stata ricoverata ma adesso sta bene. “Abbiamo la casa devastata e l’imponenza di quell’alluvione – racconta ancora Maria – ha trascinato via anche la nostra macchina. Però siamo vivi e questo è quello che conta”.