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I primi telescopi rudimentali li avevano messi sul mercato gli olandesi intorno al 1608. Quando Galileo lo scoprì si attivò subito per costruire una propria versione migliorata. Il 25 agosto 1609 salì in cima al campanile di San Marco a Venezia, insieme al Doge e ad alcuni dignitari, per mostrare il funzionamento del suo nuovo “cannone occhiale”. Ai vertici della Serenissima apparve subito evidente l’utilità militare di un simile congegno e ricompensarono lautamente il matematico pisano. Solo qualche mese più tardi Galileo pensò di puntare lo strumento in direzione del cielo – della Luna, per prima cosa – dando inizio alla moderna scienza astronomica. Oltre due secoli dopo, il 25 agosto 1835, sul Sun di New York apparve il primo di una serie di articoli che davano notizia di una sensazionale scoperta. Grazie a un nuovo, immenso telescopio, Sir John Herschel – il più famoso astronomo del tempo – aveva osservato la vita sulla superficie lunare, abitata da straordinarie creature come unicorni e uomini-pipistrello (chiamati Verspertilio homo). Probabilmente l’autore, Richard Adams Locke, aveva voluto scherzare. Ma i lettori presero tutto per vero: per giorni le vendite del giornale si impennarono. Alla fine però, dopo diverse settimane, il pubblico comprese che si trattava di una bufala, una delle prime e più famose: “The Great Moon Hoax”.