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C’erano voluti dieci anni di lavori e la morte di centinaia (se non migliaia) di operai. Il 17 novembre 1869 la prima carovana di navi – in testa L’Aigle, lo yacht imperiale francese – entrò nel nuovo Canale di Suez. Voluto dal conte Ferdinand de Lesseps e progettato dall’ingegnere italiano Luigi Negrelli, offriva un collegamento tra il nord Atlantico e l’Oceano indiano, attraverso Mediterraneo e Mar Rosso, senza più bisogno di circumnavigare l’Africa. Per questo motivo il progetto era stato osteggiato sin dall’inizio dal governo inglese, che controllava la rotta del Capo di Buona speranza. All’epoca il canale era largo circa cinquanta metri e profondo otto. Oggi è molto più ampio e permette il passaggio di una cinquantina di navi al giorno.
Le celebrazioni per l’apertura furono sontuose. Il khedivè Ismail Pascià aveva commissionato a Verdi una grande opera di ambientazione egizia, che avrebbe dovuto essere messa in scena per l’occasione nel nuovo teatro del Cairo (aperto poco prima del canale). Ma come sappiamo, per diversi motivi, l’Aida saltò la festa e fu rappresentata oltre due anni dopo, nel dicembre 1871. E pensare che anche per Verdi il 17 novembre sarebbe stato una data significativa: aveva esordito proprio quel giorno nel 1839, alla Scala, con l’Oberto, conte di San Bonifacio.