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Chissà se quel giorno il vento soffiava forte sulle brughiere dello Yorkshire – impossibile saperlo, ma bello pensarlo. Il 19 dicembre 1848 moriva Emily Brontë, quinta figlia del reverendo Patrick. Aveva appena trent’anni, eppure aveva saputo già dimostrare il suo valore. Delle tre sorelle scrittrici (c’erano anche Charlotte e Anne) era lei il vero genio. Una biografia scarna la sua – molto solitaria, ebbe pochissimi amici al di fuori della famiglia e non si sposò mai – a cui si contrappose una vita interiore ricchissima.
Scrisse poesie e un solo, grande romanzo: Cime tempestose. Dentro c’è uno dei più celebri amori “tragici” della storia della letteratura, quello tra Cathy e Heathcliff. Tragico non per la morte – che semmai li riunisce – ma per la forza autodistruttiva dei loro gesti e per il carattere assoluto del sentimento che li lega: “Lui è me più di me stessa”.