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«Nella vita abbondano i maschi, ma scarseggiano gli uomini», diceva la grande Bette Davis. Eppure ai tempi della diva non si andava troppo per il sottile: le qualità virili ritenute essenziali erano poche ma solide. Come sentenzia Josephine/Tony Curtis in A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, all’epoca il partito ideale doveva avere i «quattrini di Rockefeller e le spalle di Johnny Weissmuller». L’attore e campione del nuoto americano – morto il 20 gennaio 1984 alla soglia degli ottant’anni – prima di passare al cinema aveva vinto ben cinque ori olimpici, uno dei nuotatori più premiati della storia.
Era nato in Ungheria come Johann Peter Weißmüller e a pochi mesi era emigrato in America con i genitori. Esordì sullo schermo nel 1929, come Adone, in Glorifying the American Girl, con indosso solo una foglia di fico. Poi mise il perizoma e fu Tarzan in ben 12 pellicole. Un ruolo che lo rese celebre, una delle icone maschili della sua generazione. Con i decenni l’ideale virile si è un po’ evoluto (forse), ma lui è rimasto un mito: nel 1965 si guadagnò anche un posticino sulla copertina di Sgt. Pepper dei Beatles. Al suo funerale, per volere del presidente Reagan e di Ted Kennedy, il feretro fu salutato con 21 salve di cannone, come un capo di Stato.