[ Leggi dalla fonte originale]
«Quindici “ciccioli” macchiati rapiti…». In principio fu un romanzo per bambini, uscito a puntate nel 1956 su una rivista inglese per signore, firmato da Dodie Smith. Poi Walt Disney volle trarne un film: La carica dei cento e uno uscì nelle sale americane il 25 gennaio 1961 con meritato, grande successo di pubblico e critica. La storia la sanno (quasi) tutti: la perfida Crudelia De Mon – Cruella De Vil nell’originale – ossessionata dalle pellicce, fa rapire i cuccioli di Pongo e Peggy – Perdita nell’originale – per farsi un cappotto maculato. Ma tutto andrà a finire bene…
Che sia un capolavoro lo si capisce già dai titoli di testa, geniali, ma il film è stato anche importante nella storia dell’animazione. È il primo in cui fu usata la tecnica Xerox, che permetteva di stampare i disegni degli animatori direttamente sui fogli di acetato, senza bisogno dell’intervento manuale dell’inchiostratore. Il che tagliava enormemente i costi di produzione, specie nel caso di scene con molti personaggi in movimento (tipo un centinaio di cani). E così le disastrate finanze della Disney si risollevarono. Nel 1996 è uscita la versione del film in “live action”, cioè con personaggi in carne e ossa, che solo grazie a Glenn Close non fa rimpiangere troppo l’originale.