[ Leggi dalla fonte originale]
Churchill l’aveva detto: “Potevate scegliere tra il disonore e la guerra. Avete scelto il disonore e avrete la guerra”. Aveva capito, al contrario di Chamberlain e di molti altri, che mostrarsi accondiscendenti nei confronti di Hitler non serviva a nulla, anzi.
L’invasione della Polonia
Lo scontro era inevitabile perché i nazisti non si sarebbero fermati alla Cecoslovacchia. Gli eventi gli diedero presto ragione. Il Führer invase la Polonia e ignorò l’ultimatum di Londra e Parigi, che il 3 settembre 1939 dichiararono guerra.
L’annuncio della guerra
Chamberlain lo annunciò alla radio: “Stamattina l’ambasciatore britannico a Berlino ha consegnato al governo tedesco una nota finale in cui si affermava che se non ci avessero comunicato, entro le undici, la loro disponibilità a ritirare le truppe dalla Polonia, sarebbe iniziato lo stato di guerra. Devo dirvi fin d’ora che non abbiamo ricevuto alcun impegno in tal senso, e che quindi questo Paese è in guerra con la Germania”.
Mussolini a piazza Venezia
Nove mesi dopo, fu molto più roboante l’annuncio di Mussolini, dal balcone di palazzo Venezia: “La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: vincere! E vinceremo…”. Come sappiamo, gli eventi gli diedero torto. All’alba del 3 settembre 1943 gli Alleati sbarcarono per la prima volta sulla Penisola, in Calabria (dopo essere sbarcati in Sicilia a luglio), praticamente senza incontrare resistenza. Nelle stesse ore, a Cassibile, il generale Castellano firmò l’armistizio.