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“Un anno le grandi piogge non vennero. È un’esperienza tremenda, e il coltivatore che l’ha vissuta non la dimenticherà mai. Anni dopo, lontano dall’Africa, nel clima umido di un paese del nord, si sveglierà di soprassalto di notte, al rumore di uno scroscio improvviso di pioggia. E griderà: “Finalmente, finalmente!”. Così la grande Karen Blixen, morta il 7 settembre 1962, nel suo capolavoro (La mia Africa) racconta il trauma della siccità. In uno dei più terribili periodi di secca della sua storia l’Australia ci entrò nel 1895. La “Federation drought” toccò il suo culmine nel 1902. Il 7 settembre di quell’anno tutte le Chiese delle diverse confessioni del Paese invitarono i fedeli a un “giorno di preghiera e umiliazione” per propiziare il ritorno delle piogge. Non era la prima invocazione collettiva, ma probabilmente fu la più partecipata: “Dalle piccole cappelle di lamiera delle campagne alle grandi cattedrali di Melbourne e Sydney”, scrisse il quotidiano The Age. In dicembre l’acqua tornò a cadere copiosa su tutto il continente. Ma ormai il disastro era avvenuto: è stato stimato che morirono la metà delle pecore del Paese.