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di Alessandro Pellizzari
Alzheimer e demenze: le malattie che tolgono luce al cervello azzerando la memoria fanno tremare i polsi solo a nominarle. Perché, a oggi, non esiste una terapia risolutiva, e neurologi come neuropsicologi non possono fare altro che rallentare lo spegnimento della “lampadina”.
Ma c’è una buona notizia: una commissione del Lancet, una delle riviste-Vangelo degli scienziati, ha presentato le prove scientifiche che le demenze si possono prevenire quasi in metà dei casi adottando 14 comportamenti e stili di vita chiave. Ce ne parla Federica Alemanno, una delle esperte a livello mondiale della materia.
1. Mantieni l’Ldl nei limiti dai 40 anni
È l’ultima scoperta. Il cosiddetto colesterolo cattivo dovrebbe rimanere inferiore a 100mg/dl, perché valori fuori scala non fanno male unicamente al cuore. Gli scienziati hanno provato che solo questo elemento è responsabile del 7% delle demenze.
«Se si occludono le carotidi affluisce meno sangue al cervello e questo lo danneggia, soprattutto se, come succede in genere, a questo fattore di rischio se ne aggiungono altri, al pari di pressione alta e stress», commenta la professoressa Alemanno.
2. Correggi bene i difetti visivi
Altra evidenza recentissima. «Ogni deprivazione sensoriale è un rischio per il cervello, che richiede l’integrità delle sue vie periferiche per continuare a funzionare al meglio. La presbiopia, ma anche la miopia da bambini, se non compensate bene possono interferire con le attività cognitive: vanno, quindi, corrette subito dallo specialista e mai trascurate», sottolinea l’esperta.
3. Arricchisci la tua istruzione
È stato già dimostrato che bassi livelli di istruzione sono un fattore di rischio per le demenze. «Ma non è mai troppo tardi per rimediare», commenta Alemanno. «Il nostro cervello è un organo plastico, e quindi è sempre possibile imparare cose nuove, perché i neuroni hanno la capacità di stabilire dei ponti di connessione per scambiare informazioni (sinapsi). Persino se una parte della nostra mente si è atrofizzata, il superorgano cerca una parte omologa in un altro emisfero cerebrale per compensare il problema. E non esiste un limite d’età per imparare: il limite non è biologico, sta nella motivazione e da quanto una persona si lascia “spegnere” dal dato anagrafico».
Quindi benissimo imparare una nuova lingua o frequentare l’Università della terza età, o corsi simili.
4. Combatti l’ipoacusia
«Un anziano che non ci sente bene si isola e, come detto, ogni deprivazione sensoriale fa male ai nostri neuroni, ma anche in giovane età i problemi di udito rappresentano una privazione ambientale che toglie informazioni preziose al nostro organo, rendendolo sempre più atrofico e a rischio demenza. Non sottovalutiamo mai l’ipoacusia precoce, quella giovane», avverte la neuroscienziata.
5. Occhio alla pressione alta
A lungo andare, insieme ad altri fattori di rischio, la pressione alta predispone all’ictus e quindi può portare a danni cerebrali. «Spesso è associata a uno stato di stress», aggiunge Alemanno. «Un elemento che concorre a questa “catena di smontaggio” del cervello: bisogna invertire la rotta appena possibile, con gli ipertensivi ma anche con un supporto psicologico mirato».
6. Non fumare (o smetti subito)
Il fumo aumenta il rischio di demenze perché, oltre a provocare un danno vascolare, riduce la neuroplasticità, cioè la capacità del cervello di formare nuove connessioni neurali. In più, alimenta uno stato di infiammazione cronica neurodegenerativa.
7. Combatti sovrappeso e obesità
Infiammazione cronica, problemi cardiovascolari, resistenza all’insulina (vedi diabete), alterazioni del metabolismo lipidico: essere overweight “pesa” anche sulla salute. In particolare, uno studio del British Medical Journal (un altro Vangelo della scienza) ha dimostrato che le persone con BMI superiore a 30 (obesità di primo grado) corrono un rischio di sviluppare una demenza del 74% superiore ai normopeso.
8. Guardati dalla depressione
«La depressione è una delle minacce più serie per il cervello, una importante condizione di rischio per Alzheimer & Co., più alta dell’avanzare dell’età: è uno stato di malessere che dà a quest’organo una sofferenza equiparabile a quella fisica», commenta l’esperta.
«La nostra centrale cognitiva, in questi casi, prova un dolore che si esprime nella mancanza di gioia e piacere, fino all’impossibilità di fare delle esperienze. La depressione è pericolosa in età geriatrica ma di fatto lo è sempre, e bisogna rivolgersi ai professionisti della salute mentale per invertire la rotta con i farmaci certo, ma anche con la ginnastica cognitiva e mentale. Occorre ritrovare la motivazione ad aspirare al benessere facendo qualcosa per se stessi: già solo la ricerca di come arrivarci stimola il cervello a produrre gli ormoni dello star bene».
9. Fai o riprendi l’attività fisica
Il neurologo che ha scoperto di avere l’Alzheimer lo combatte anche facendo 10mila passi al giorno. Lo sport è preziosa ossigenazione cerebrale, a patto che sia praticato in ambienti non inquinati, come vedremo al punto 13.
10. Previeni il diabete
«Il diabele provoca una demenza specifica con fluttuazioni cognitive e vasculopatiche e perciò, oltre che prevenuto, dopo il suo esordio va sempre tenuto ben controllato dal medico», sottolinea Alemanno.
«Produce infatti dei veri e propri black out, fino a creare delle cicatrici che sono “piccole” morti cerebrali. Occhio quindi al peso ma, soprattutto, agli zuccheri».
11. Non bere troppo alcol
«L’eccesso nel suo consumo alza di per sé il rischio di demenze, portando a un declino cognitivo e a danni diretti sul cervello», spiega l’esperta. Ma è la sinergia fra abuso, cronicità e altri fattori di rischio a rendere l’alcol un elemento capace di darci futuri problemi cerebrali.
12. Attenzione ai traumi alla testa
Molte persone non portano il casco in motorino (che è un obbligo) o il caschetto in bici: sono fondamentali per proteggere dai traumi. «Anche quelli provocati dagli sport di contatto sono sottovalutati», sottolinea la professoressa.
«Conosciamo bene la demenza pugilistica, meno quella legata ad altri sport dove anche in allenamento, e non solo in gara, andrebbero indossate protezioni. I traumi cranici più pericolosi sono quelli ripetuti, perché creano vere e proprie cicatrici: sono quelli per esempio da maltrattamenti familiari, che purtroppo vediamo ancora di frequente».
13. Difenditi dall’inquinamento
«L’inquinamento a rischio demenza è di due tipi: respiratorio, con le polveri sottili, e alimentare, tramite i metalli pesanti e i pesticidi ingeriti», sottolinea l’esperta.
«Per il primo problema raccomando soprattutto di fare attività fisica sempre in luoghi verdi, alberati e ben ossigenati, comunque lontani dalle strade più trafficate: piuttosto meglio preferire l’attività indoor climatizzata e filtrata. Nel campo alimentare consiglio di puntare su biologico (in genere più controllato) e km zero (è bene conoscere sempre la provenienza del cibo). E poi occorre lavare sempre bene frutta e verdura e, per estrema sicurezza, eliminare la buccia (è dove si concentrano le sostanze a rischio). Infine, occhio alle etichette: è anche un ottimo esercizio cognitivo!».
14. Combatti l’isolamento sociale
Sembra scontato dirlo ma l’isolamento protratto porta a un depauperamento neuronale. «E non vale solo per gli anziani, ma anche per i neosingle e i tanti neoseparati, persone che, proprio per il loro nuovo status, possono essere anch’esse a rischio isolamento, persino nelle grandi città», conclude Federica Alemanno.
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