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ROMA – Luca Palamara nega. Sostiene di non essersi mai interessato ai guai giudiziari dell’ex pm di Siracusa Maurizio Musco (“fatti già smentiti dalla documentazione a disposizione della procura di Perugia”) e di intravedere, nelle dichiarazioni dell’avvocato Piero Amara che lo tirano in mezzo e gli sono valse l’iscrizione nel registro degli indagati per istigazione alla corruzione, il tentativo “di salvare in qualche modo i processi intentati a mio danno”. E però, stando a quanto si legge negli atti d’indagine sulla presunta Loggia Ungheria, spuntano due incontri tra Palamara e Amara, uno dei quali avvenuto a Roma nell’ottobre del 2016, alla vigilia dell’udienza in Cassazione su Musco.
L’appuntamento in aereo
Musco è un magistrato che sta molto a cuore ad Amara, non foss’altro perché gli ha affittato il terreno su cui l’avvocato siciliano ha costruito un impianto fotovoltaico. “Gli pago il canone di mercato”, spiega. Tra il 2015 e il 2016 Musco ha due grossi problemi che ne mettono a rischio la carriera: è stato condannato in secondo grado per abuso d’ufficio, quindi il Csm ha aperto un fascicolo disciplinare su di lui e il ricorso è arrivato in Cassazione.
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Amara ha attivato la rete dei suoi contatti per avere un provvedimento che sia favorevole all’amico. “L’avevo concordato principalmente conCosimo Ferrie Palamara, tramiteFabrizio Centofanti“, sostiene nell’interrogatorio del 15 luglio 2021 davanti al procuratore capo di PerugiaRaffaele Cantonee all’aggiunto di FirenzeLuca Turco. “Palamara mi diede anche un appuntamento su un aereo: ho fatto Roma-Torino, Torino-ritorno, ci siamo incontrati sull’aereo (…). Eravamo io, Centofanti, la sua compagna, mia moglie, Palamara, non so se c’era anche la compagna o la moglie (…) Io prendo l’aereo, arrivo a Torino, parlo con lui, poi prendo un aereo e torno indietro”.
Il “Weekend dell’amicizia”
La circostanza è nuova, per cui Cantone chiede ai suoi finanzieri di riscontrare le dichiarazioni di Amara, ben noto maestro nell’impastare verità, mezze verità e bugie. In effetti, raccogliendo altre testimonianze, le mail e i biglietti aerei, viene fuori una vacanza al Sestriere tra il 6 e il 9 marzo 2015, organizzata da Centofanti e pagata dall’imprenditore Ezio Bigotti.
Bigotti mette a disposizione anche il suo chalet. Il pacchetto per sei ospiti, si capisce da una mail inviata dall’imprenditore il cui oggetto è “il Weekend dell’amicizia”, prevede: skipass, noleggio attrezzatura, pranzi, cene, noleggio quad buggy, attività sportive e culturali, tour in elicottero e ciaspolata. Il tutto per 7.300 euro.
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Gli ospiti arrivano in aereo da Roma. “Amara mi chiese di organizzare un viaggio con Palamara – dice a verbale Centofanti – al fine di prendere contatti con lo stesso. Organizzai questo viaggio, invitando Palamara presso lo chalet di Bigotti al Sestriere, senza dirgli altro. Quando tuttavia Palamara si accorse della presenza dell’avvocato mi disse di non voler trascorrere la vacanza in sua compagnia e io dovetti chiedere ad Amara di andarsene. Ribadisco che Amara non parlò con Palamara”. Ci parlò Centofanti, direttamente. “Posso dire di aver chiesto a Palamara che vedesse bene il procedimento a carico di Musco, ero stato sollecitato dal mio amico Amara”.
L’orologio da 30 mila euro
L’avvocato siciliano, invece, sostiene davanti ai pm di aver interloquito durante il volo con Palamara, allora consigliere del Csm, il quale per aggiustare il fascicolo disciplinare a carico di Musco gli avrebbe fatto pure una richiesta onerosa. “Palamara fece capire che avrebbe gradito un regalo di un orologio d’oro dal valore di 30 mila euro per la sua compagna”, dichiara Amara. “E io gli dissi: ‘se tu ti comporti male con Maurizio (Musco, ndr), io ti scanno!”.
Il riferimento, nel racconto di Amara, era al procedimento disciplinare in corso al Csm. Un fatto che per la procura di Perugia merita di essere approfondito, per cui ha aperto un’altra inchiesta per istigazione alla corruzione.
L’incontro a Via Veneto
Tra i dati nuovi emersi durante l’inchiesta sulla presunta Loggia Ungheria (di cui non sono stati trovati elementi utili a sostenere un processo), quello che per i magistrati di Perugia definiscono “il più rilevante e il più inquietante” è l’avvicinamento da parte di Palamara del giudice di Cassazione Stefano Mogini. Ne parla Amara e Mogini stesso ha confermato di essersi incontrato con Palamara al bar Splendor di Roma alla vigilia dell’udienza in cui doveva trattare il ricorso di Musco.
L’interessamento dell’ex pm non porterà a niente, se non a un successivo incontro a Via Veneto, davanti all’hotel Majestic, tra Palamara, Centofanti e Amara. “Ci riferì che l’interessamento non era andato a buon ne”, sostiene Amara.
Una testimone oculare, Chiara Rapisarda (compagna di Musco), che per caso passeggiava a via Veneto, li ha visti e li ha visti che discutevano animatamente. Quando intravede la donna, Amara reagisce male e l’allontana. “Chiesi chiarimenti ad Amara per quella reazione – riferisce Musco ai pm – e lui mi disse: ‘il problema è che il relatore del collegio è Mogini, che è stato capo di Gabinetto del ministro Mastella. Mogini è un uomo di sistema, io ho cercato di fare qualcosa ma alla fine è stato tutto inutile'”. Le testimonianze, e l’analisi delle celle telefoniche delle utenze, collocano effettivamente i tre – Palamara, Centofanti e Amara – nei pressi di via Veneto. Era il 18 ottobre 2016, vigilia dell’udienza in Cassazione.
