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10,6 miliardi di euro e un contratto di 12 anni per la creazione di una rete satellitare di 290 satelliti: sono questi i numeri del contratto firmato dalla Commissione Europea per lanciare entro il 2030 il rivale di Starlink.
È da tempo che sentiamo parlare del sistema satellitare IRIS² (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite), un ambizioso progetto europeo per garantire servizi di connettività sicuri e veloci per i Paesi europei, e questo è un passo concreto per la sua realizzazione.
Si tratta del terzo programma di punta dell’Unione europea, che si unisce allo sviluppo sostenibile di batterie, al progetto sul cervello umano, a quello sul grafene e allo sviluppo di tecnologie quantiche.
Il sistema satellitare IRIS² intende integrare tecnologie innovative, oltre ad appoggiarsi sugli standard 5G, sulla crittografica di grado governativo e sulla cybersicurezza. Per quanto riguarda la sua realizzazione e future possibilità di scalabilità, verrà utilizzato un approccio multi-orbitale grazie ai satelliti Medium Earth Orbit (MEO) e Low Earth Orbit (LEO).
IRIS² sarà realizzato dal consorzio SpaceRISE (Space Consortium for a Resilient, Interconnected and Secure Europe), guidato dagli operatori europei di rete satellitare SES, Eutelsat e Hispasat, e supportato da subappaltatori europei del settore, tra cui l’italiana Telespazio, Airbus, Deutsche Telekom, Thales Alenia Space, OHB, Orange, Hisdesat, e Thales SIX.
Si tratta quindi, di una partnership tra pubblico e privato, in cui i finanziamenti sono provenienti da investimenti pubblici dell’UE e dell’Agenzia spaziale europea (ESA), oltre che da investimenti privati del consorzio SpaceRISE.
L’Unione europea è quindi il cliente di riferimento per i servizi, e per garantire la sostenibilità finanziaria, i finanziamenti oltre il 2027 saranno soggetti all’adozione di programmi successivi.
Certo, 290 satelliti impallidiscono rispetto ai 7000 già messi in orbita da Starlink (che prevede di arrivare a ben 42.000!), ma l’UE non può restare troppo indietro in questa corsa.
Al momento, quasi due terzi dei satelliti nello spazio sono di Starlink, che detiene una percentuale molto alta del traffico Internet globale (Musk ha dichiarato che Starlink prevede di fornire oltre il 90% di tutto il traffico Internet basato sullo spazio l’anno prossimo).
Persino il capo dell’FCC statunitense, Jessica Rosenworcel a settembre ha dichiarato di auspicare maggiore competizione nei confronti dell’azienda di Musk, che rischia di diventare un vero e proprio monopolio (con rischi anche per l’economia e gli utenti americani).