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Anna Maria Corazza: “Un onore essere nella black list di Putin”

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ROMA – “E’ un onore per me essere nella black list di Putin”. Anna Maria Corazza è capolista di +Europa in Emilia Romagna nella coalizione di centrosinistra. Imprenditrice, ex eurodeputata, impegnata nella commissione per l’Ucraina, eletta in Svezia per un decennio, condivide con il marito Carl Bildt, che è stato primo ministro svedese, la “passione per l’Europa”. Del risultato delle elezioni in Svezia dice: “Sono preoccupata, anche se l’avanzata della destra era già avvenuta nel 2018, e comunque non andranno al governo”.  

Corazza, lei è nella black list di Putin, come mai c’è finita? “Voglio dire innanzitutto che lo considero un onore. È per me un fiore all’occhiello. Sin dalla invasione della Georgia, ho detto che Putin si ferma solo se lo fermi. E sono stata in prima linea sempre in questo. Putin fa una guerra ibrida per destabilizzare, dividere e indebolire l’Europa. C’è riuscito con la Brexit, con Nigel Farage, e sostenendo Orban che è una sorta di suo Cavallo di Troia”.

Quindi il Cremlino a lei l’ha giurata? “Ho aiutato e appoggiato le risoluzioni contro il Cremlino. Ritengono le sanzioni fondamentali. Così sì, mi sono conquistata le attenzioni di Putin. In Europa abbiamo avuto duemila anni di bagno di sangue e 75 di pace avendo saputo difendere lo stato di diritto. Pace, sicurezza e prosperità, che il capo del Cremlino vorrebbe scardinare in nome dell’impero zarista. Azzerare il sistema dell’integrità territoriale e spaccare e dividere l’Unione europea, è il suo obiettivo. Queste non sono opinioni politiche, ma fatti documentati”. 

Come pesa sulla campagna elettorale italiana? “I leader italiani che sono amici di Putin non possono fare gli interessi dell’Italia. Pesa moltissimo. Putin ci sta togliendo il gas, ma sul gas non ci sono sanzioni. Chissà perché lo sta facendo a due settimane dal voto italiano!”. 

C’è un “fattore M”, come Mosca, sul voto, quindi? “Basti pensare alle interferenze dell’ambasciata russa. E poi Putin sostiene i partiti del’estrema destra sia italiana che europea: sono noti i rapporti del suo partito con la Lega di Matteo Salvini. Non il solo. Perché del resto la destra è contraria al tetto europeo al gas? Chi ha messo il veto in Consiglio europeo? Orban”. 

Ora nelle elezioni svedesi c’è un testa a testa, ma un dato è certo: il boom della destra. “In realtà il boom c’è già stato nel 2018, ora l’estrema destra svedese sta salendo di 2 punti. Ha monopolizzato la campagna elettorale sui temi dell’ordine pubblico. Però la differenza fondamentale è che in Svezia non andrà al governo”. 

La politica estera è più che mia spartiacque nelle elezioni del 25 settembre? “È centrale. La Ue è il nostro pane quotidiano. E la politica estera comune, i rapporti con Putin, la guerra in Ucraina, il piano per il gas, il prezzo del cibo: tutto è interconnesso. Il popolo ucraino che coraggiosamente, eroicamente sta combattendo, difende solo la nazione, ma anche la nostra libertà. Ripeto: Putin si fermerà solo dove noi lo fermiamo. Lo dico anche per la mia esperienza politica in Svezia perché lì c’è il Mar Baltico in comune. Bene che in queste ore l’esercito russo fugga dai territori occupati. A volte mi chiedo: come abbiamo potuto essere così ingenui ingenui, girando la testa dall’altra parte, quando c’erano tutti i segnali che bisognava svezzarsi dal gas russo già dopo l’invasione della Georgia, dopo quanto accadeva in Crimea”. 

Responsabilità dei governi italiani? “E chi c’era al governo? Non c’era Salvini? Se la politica unitaria di sanzioni europee fosse cominciata prima, sarebbe stato molto meglio, ma è stato come parlare al vento”.  

È la prima volta che fa politica in Italia? “Non ho mai fatto politica in Italia, ma in Svezia e in Europa. Sono stata anche per quattro volte osservatore alle elezioni in Ucraina, un Paese a cui sono legata molto. Amo la cultura, le tradizioni italiane che sono le mie radici, però il sistema politico con il suo teatrino sgomenta gli italiani stessi. In Svezia ci si guadagna il voto con le preferenze per una politica di servizio in nome della trasparenza e dell’accountability. Se prometti qualcosa, devi mantenere la promessa”. 

A suo marito Carl Bildt chiede consiglio? “Condividiamo le scelte. Ci siamo sposati a Sarajevo e insieme siamo scesi in campo nelle battaglie per la pace e l’Europa”. 

Ha paura, visto che si è esposta e si espone politicamente? “Non dico di non avere paura, però è la paura nello sguardo dell’altro piuttosto che la mia, soprattutto negli occhi dei bambini, a essere difficile da affrontare”.

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