[ Leggi dalla fonte originale]
“Il cortile di casa di nonna in centro, oggi, 13 anni dopo, e tanti bei ricordi di una vita fa…”. Nella foto che Nicoletta ha postato su Facebook un cancello impedisce l’ingresso a un edificio per il quale il tempo è rimasto immobile: la casa della nonna appare ancora così com’era più di un decennio fa, con le crepe e le macerie, lasciati da quell’urlo che ha squarciato la terra e sconvolto tante vite.
“Una parte di me è rimasta a 13 anni fa…Ricordo ancora il lampadario che si infrange sul soffitto, l’odore di calcinacci, le sirene…Mi sono sposato quattro mesi dopo…Con un po’ di fortuna si può dimenticare, ma è impossibile dimenticare. Continuo a vivere da ospite nella mia città, ma fiero di essere aquilano e di andare avanti…soprattutto per chi non ce l’ha fatta” è il post di Vittorio, che dall’Aquila non si è mai allontanato, nonostante, come molti altri, avrà spesso pensato che la vita in un’altra città sarebbe stata più facile.
Sono passati 13 anni dalla notte del 6 aprile 2009, quando alle 3:32 una scossa di terremoto di magnitudo 5,9 distrusse L’Aquila e 56 comuni vicini e uccise 309 persone e, come ogni anno da allora, foto, pensieri e ricordi riempiono le pagine social di chi quella notte non la può dimenticare.
In 13 anni tante cose sono cambiate, tre quarti dei palazzi privati distrutti sono stati ricostruiti forse più belli e certamente più sicuri di prima. E il centro storico inizia a rivivere grazie a tante attività che hanno scelto di riaprire i battenti, anche se la maggior parte degli edifici è ancora disabitata e la crisi prima e la pandemia poi, hanno reso ancora più dura la sfida.
L’Aquila e gli aquilani proprio non possono e non vogliono dimenticare il dramma del sima e quest’anno, dopo due anni di interruzione dovuti all’emergenza Covid, la cittadinanza è tornata a commemorare le vittime del terremoto con la lunga fiaccolata organizzata come sempre dal Comitato dei familiari delle vittime (l’ultima in ppresenza era stata quella del 2019 a dieci anni dal sisma). Insieme alle foto delle persone morte sotto le macerie, hanno sventolato anche bandiere della pace e bandiere dell’Ucraina. Da Via XX Settembre, passando davanti alla Casa dello Studente dove un lunghissimo applauso ha rotto il silenzio, il corteo è arrivato per la prima volta fino al Parco della Memoria, inaugurato lo scorso settembre.
“Tredici anni fa la vita di decine di migliaia di persone, in pochi secondi, cambiò radicalmente. I ricordi di quella tragedia sono indelebili e ci accompagnano anche questa sera nella fiaccolata della memoria che torna a svolgersi dopo due anni”, ha ricordato Giovanni Legnini, commissario alla ricostruzione, che ha partecipato alla commemorazione affianco al presidente della Regione, Marco Marsilio, e al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi. Legnini ha aggiunto che “molta strada è stata percorsa per la ricostruzione grazie all’impegno di tanti, a partire da quello dei cittadini che hanno sofferto e combattuto”. “Oggi è possibile, dopo il susseguirsi delle emergenze postsisma e pandemica, dare ulteriore impulso, oltre che alla ricostruzione, anche al processo di rigenerazione e rilancio economico e sociale. Ciò sarà possibile grazie ai programmi del fondo complementare al Pnrr che accomunano L’Aquila e gli altri comuni abruzzesi a tutti i territori dell’Appenino centrale colpiti dai terremoti, con un lavoro sinergico tra le governance dei due crateri dei terremoti del 2009 e 2016”.
Il commissario straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi (foto Raniero Pizzi)
Le mascherine, indossate obbligatoriamente da chi ha preso parte alla fiaccolata, hanno nascolto i volti, ma non hanno reso meno evidente la commozione di chi quella notte l’ha vissuta, ma anche di chi, come tanti bambini e ragazzi che hanno partecipato al corteo, l’ha solo sentita narrare dai familiari e ha voluto prendere parte alla preghiera collettiva.
Quest’anno al dolore degli aquilani si è unito quello del popolo ucraino, rappresentato dagli atleti della nazionale ciclisti dell’Ucraina ospitati negli alloggi del progetto C.a.s.e, realizzati proprio all’indomani del sisma per dare un tetto a chi non lo aveva più. Sono stati loro ad accendere il braciere prima della lettura dei nomi. Tutti insieme, aquilani, italiani, ucraini, con una fiaccola in mano e il fiore del ricordo al petto, nel segno dell’accoglienza, quella ricevuta e quella donata.”Gli aquilani, nel momento del bisogno, hanno ricevuto tanta solidarietà – ha detto il presidente Marsilio al termine della cerimonia-. Ora la città restituisce parte di quella solidarietà accogliendo chi vive emergenze”.
Dopo la celebrazione della messa nella chiesa di Santa Maria del suffragio, alle 03:32 dal campanile hanno risuonato 309 rintocchi e un fascio di luce azzurra è stato proiettato nel cielo.