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L’ansia da maturità si fa sentire? Le gambe tremano, la memoria fa brutti scherzi e la paura dell’insuccesso è ormai un pensiero fisso. Così, l’esame di Stato, sembra una prova davvero insormontabile. Eppure una scuola di Firenze ha trovato la soluzione, un semplice rituale che può diventare uno spunto anche per gli altri istituti. I ragazzi l’hanno già soprannominato “Il corso antistress”: si tiene in classe, ma può essere ripetuto anche a casa, è su base volontaria ed è già richiestissimo, visto che praticamente tutti i ragazzi delle quinte si sono iscritti. Si tratta, in realtà, di un corso di ‘Mindfulness’, pratica basata sulla meditazione che prevede una serie di esercizi specifici per acquisire consapevolezza di sé e ritrovare la fiducia. L’idea è venuta a Ludovico Arte, preside dell’istituto tecnico per il turismo Marco Polo e allo psicologo della scuola, Matteo Marini.
Rabbia e paura per un esame quasi standard
“Quest’anno il timore di affrontare la maturità si sta manifestando in maniera molto più insistente rispetto al passato, anche facendo il paragone con gli ultimi due anni di pandemia – spiega Marini -. A incidere è senz’altro il ritorno a un esame quasi standard, con il tema di italiano e il reinserimento della seconda prova. I ragazzi si sentono in qualche modo perseguitati, vittime di un’ingiustizia perché anche loro hanno dovuto affrontare il periodo del Covid e la Dad, ma non hanno avuto alcuno sconto sulle prove”. Le reazioni sono le più diverse: “Rabbia, paura, convinzione di non farcela, senso di inutilità – aggiunge lo psicologo -. C’è chi ha dei veri e propri attacchi di panico, chi ha smesso di venire a scuola e rifiuta lo studio e chi, all’opposto, si è chiuso in casa per delle maratone di ripasso no-stop che possono persino rivelarsi controproducenti”.
La paura del futuro
All’origine un senso di frustrazione e di inquietudine per il futuro: “La maturità spaventa per almeno due ragioni diverse – precisa Marini -. Da una parte c’è la sensazione di non essere abbastanza bravi e di non riuscire a completare la prova. Dall’altra c’è il timore per quello che accadrà dopo. Il diploma rappresenta uno spartiacque importante, e per quanto lo status di studente possa generare ansia, uscire da quella condizione ne genera ancora di più. È come essere catapultati fuori da un contenitore che fino a quel momento è stato la tua casa, anche se pieno di magagne”.
Le tre R
Come riuscire, allora, a riprendere in mano la situazione? “Il corso di Mindfulness che abbiamo organizzato in classe si basa sulle tre ‘R’ di rilassamento, respirazione e potenziamento delle proprie risorse – fa sapere lo psicologo -. Il primo passaggio è fare in modo che la mente generi meno pensieri e rallenti il suo corso e per farlo utilizziamo una fantasia guidata. Ad esempio diciamo ai ragazzi di chiudere gli occhi, di immaginare di scendere una scala e di ritrovarsi in un prato, poi aggiungiamo via via altri elementi per far sì che venga raggiunto uno stato di relax. Il secondo passaggio consiste nel fare una buona respirazione diaframmatica, imparando ad ascoltare l’aria che entra nei polmoni e poi fuoriesce. L’ultimo passaggio, che è quello più personale, prevede il recupero da parte dei giovani di episodi o situazioni in cui, grazie alle proprie risorse, hanno avuto successo o sono riusciti a cavarsela. Può essere la vittoria di una gara sportiva, il momento in cui hanno aiutato un amico o persino il primo bacio”.
Questa procedura permette agli studenti di allontanare gli atteggiamenti negativi e li aiuta a coltivare l’autostima: “Il corso si svolge a scuola, ma ciascuno lo può ripetere a casa, da solo o in compagnia, oppure anche il giorno stesso della prova – conclude Marini -. Svuotare la mente e riempirla di pensieri positivi è un buon metodo per affrontare l’esame con più grinta e per ritrovare la giusta concentrazione”.