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La 45enne Donata Giacometti, veneta, è morta lo scorso 9 giugno all’ospedale di San Bonifacio di Verona dove era stata ricoverata per una probabile setticemia. Il 7 giugno era stata trasportata al San Bortolo di Vicenza accusando forti dolori all’addome.
La famiglia della donna, madre di quattro figli (e altri due in affido) ha presentato un esposto alla procura, ritenendo che nel corso del suo ricovero al nosocomio vicentino si siano verificate delle “negligenze e delle mancanze”. Così riporta il quotidiano L’Arena.
Il fascicolo
In particolare si vuole fare chiarezza sulle 5 ore che la paziente ha trascorso al pronto soccorso di Vicenza prima di essere portata al San Bonifacio.
La polizia giudiziaria della procura ha già acquisito le cartelle cliniche relative al ricovero della 45enne. L’accusa è di omicidio colposo.
I fatti
Donata Giacometti non aveva nessuna patologia pregressa o in atto. Nella mattinata del 7 giugno viene trasportata al San Bortolo con fitte molto forti al basso ventre, ma invece di essere visitata subito avrebbe atteso 5 ore al pronto soccorso.
Il marito della donna a questo punto contatta un medico che aveva visitato la moglie qualche tempo prima e decide di portarla da lui, all’ospedale di San Bonifacio a Verona, dove giunge in serata, con una forte infiammazione in atto.
La situazione peggiora nella notte e i medici decidono per l’intervento. Ma evidentemente era già tardi perché Donata muore subito dopo l’operazione, alle 5 del mattino del 9 giugno, forse per una setticemia. I contorni della vicenda e le eventuali responsabilità mediche verranno chiarite dalle indagini della procura.