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Aurora Tila, l’addio in duomo a Piacenza. “Ciao principessa”. Il vescovo: “Morte assurda, cosa ci sta succedendo?”

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PIACENZA – Gli amici non hanno lasciato la bara per tutta la funzione, un feretro bianco, come è per i bambini, e lei aveva appena 13 anni, sopra rose rosse e bianche e gigli. In duomo risuonano le parole del vescovo: “Cosa sta succedendo?”. Occhi lucidi, lacrime, sguardi nel vuoto. E’ il giorno del dolore a Piacenza, è il giorno dell’ultimo saluto ad Aurora Tila, la ragazzina morta dopo essere precipitata da un terrazzino dello stabile in cui viveva. In carcere è il fidanzato 15enne, “l’ha spinta lui giù”, l’accusa, ci sono testimoni ad incastrarlo.

Al funerale, monsignor Adriano Cevolotto inizia così l’omelia in una chiesa gremita: “Siamo di fronte a uno di quegli eventi che accorciano le distanze umane. Aurora basta chiamarla per nome: è diventata figlia, sorella, nipote e amica di ciascuno di noi. Una vicenda assurda che lascia attoniti, senza parole. Con una domanda che tutti ci facciamo: cosa sta succedendo? E’ stata strappata, una piantina carica di boccioli, dalle nostre mani impotenti”.

“Volere il bene delle nuove generazioni richiede di essere al servizio della fiducia – ha aggiunto il vescovo -. Una comunità che non combatte la paura e la sfiducia per il domani e che non riesce a custodire il futuro dei figli è destinata a non averne”.

Sono presenti anche il prefetto di Piacenza, Paolo Ponta, e la sindaca Katia Tarasconi che ha proclamato il lutto cittadino invitando ad osservare un minuto di silenzio. In piazza Duomo si sono raccolti tanti adolescenti che hanno portato una rosa bianca e appoggiato un orsacchiotto accanto alla bara.

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La legale: “Una morte annunciata”

Lorenza Dordoni, avvocato della famiglia di Aurora, è incalzata a margine dai giornalisti fuori dalla chiesa. “Mi è stato chiesto se questo fosse stato un omicidio e una morte annunciata, oggi dico sì. Poteva essere assolutamente evitata” dice. Poi le indagini: “Una volta concluso l’esame del telefonino del 15enne, chiederò l’incidente probatorio per vedere le chat con Aurora, con la famiglia e con gli amici, da cui credo emergeranno elementi molto importanti ai fini delle indagini” spiega precisando di non poter prevedere i tempi entro cui il Tribunale per i minori di Bologna renderà noti gli esiti dell’analisi dei tabulati e dell’autopsia”. Altri dettagli: “Abbiamo saputo, dopo il decesso, che lui dormiva e si appostava all’interno del condominio per controllare se lei uscisse la sera”.

Infine, aggiunge la legale, questo momento del funerale “dovrà far riflettere e dovrà scuotere le coscienze di ognuno di noi. Aldilà delle responsabilità dell’imputato, quello che è successo ad Aurora mostra una responsabilità e una colpa morale che tutti noi adulti abbiamo nella perdita dei valori. In primis penso alle istituzioni come la scuola e i servizi sociali, che nel caso specifico non hanno saputo analizzare e prevedere ciò che stava avvenendo”.

“Aurora, il tempo per conoscerti è stato poco”

Gli amici e compagni di scuola, ai quali sono state affidate le preghiere dei fedeli, la ricordano così: “Per Aurora: il tempo per conoscerti è stato poco, ma stiamo pensando alla tua famiglia e al dolore che sta attraversando”.

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“Sarai sempre nella mia anima”

“Ciao principessa, ciao bellissima” la saluta Vicktoria, sorella di Aurora. “Non saremo mai da sole, nessuno smetterà di ricordare Aurora, non sarà mai dimenticata, così come tutte le altre vittime di femminicidio e violenze. Lei sarà sempre nella mia anima”.

Il feretro, a cerimonia conclusa, lascia il Duomo tra gli applausi della piazza e dei tanti ragazzi presenti, visibilmente commossi. “Aurora vive” recita lo striscione su un lenzuolo bianco. E la precisazione: “Questo non è un addio, ma un arrivederci”. S’alzano in cielo dei palloncini bianchi. “Vai Aurora vai”, sussurra Vicktoria. Fumogeni, un lungo applauso. “Vai”.

 

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