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REGGIO EMILIA – E’ stato condannato a quattro anni Claudio Foti, lo psicoterapeuta titolare del noto studio di cura torinese ‘Hansel&Gretel’ nel rito abbreviato per la vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza. La Procura aveva chiesto sei anni di condanna per le accuse di abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni gravissime (ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente): lo psicoterapeuta è stato assolto dall’accusa di frode processuale. Il gup lo condanna al risarcimento danni alle parti civili, tra cui Unione Val d’Enza, Ausl di Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Giustizia e associazione Gens Nova, oltre che i genitori di quattro minorenni.
I legali di Foti annunciano già il ricorso in appello. Gli avvocati di Foti hanno parlato di una sentenza “infondata” e paragonato il loro assistito ad Enzo Tortora. “Con gli affidamenti dei bambini io non c’entro nulla”, ha detto Foti condannato per lesioni e abuso d’ufficio (per lui caduta l’accusa di frode).
Assolta invece l’assistente sociale Beatrice Benati: per lei la Procura aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi per violenza privata e tentata violenza privata.
Complessivamente il gup ha deciso oggi per 17 rinvii a giudizio, 5 proscioglimenti, oltre alla condanna di Foti e all’assoluzione di Benati. Per quanto riguarda i rinvii a giudizio con rito ordinario, l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti andrà a processo solo per abuso d’ufficio: prosciolto dall’accusa di falso. Il processo dovrà verificare se sia stata commessa qualche illegittimità amministrativa nell’affidamento dell’appalto concernente il servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell’Unione dei Comuni. “La sua posizione – commenta l’avvocato Giovanni Tarquini – è stata ulteriormente alleggerita”.
Rinvio a giudizio anche per l’ex responsabile dei servizi sociali di Bibbiano e della Val d’Enza Federica Anghinolfi.
Foti: “Mi sono comportato correttamente in scienza e coscienza”
“Ho dedicato 40 anni della mia vita all’ascolto attento e rispettoso di bambini e di ragazzi e abbiamo consegnato 15 videoregistrazioni che non sono state esaminate con un minimo di attenzione”, sottolinea Foti parlando coi cronisti all’uscita dal’aula. “Io credo che qualsiasi persona che si approcci senza pregiudizi all’analisi di quelle registrazioni, verificherà un atteggiamento assolutamente opposto a quello necessario e sufficiente per potermi condannare per lesioni. C’è stato uno scontro in quest’aula, che non doveva avvenire in ambito giudiziario ma in accademia, fra posizioni teoriche diverse. Io credo che sia stata criminalizzata la psicoterapia del trauma: una posizione che non c’entra nulla col metodo Foti distorto e criminalizzato. La psicoterapia del trauma è portata avanti da una componente ampia di psicoterapeuti e di clinici che hanno un approccio contestato da altri componenti della comunità scientifica”.
“Questo tipo di contrapposizione – insiste Foto – che si sviluppa in tutte le parti del mondo ed è al centro di certe ricerche, è stata fatta in un’aula giudiziaria: questo è grave e scorretto. Io ho fiducia che in Appello possa essere rivista questa condanna e possano essere esaminate con attenzione” le videoregistrazioni prodotte. “Che esista un ‘metodo Foti’ che abbia provocato grande sofferenza a mio parere sarà smentita da un’analisi rigorosa di quelle registrazioni”. “Penso di essermi comportato correttamente in scienza e coscienza: chiunque esamina questo materiale può vedere cosa significa l’atteggiamento empatico, ovvero cercare di far emergere la verità. Nelle domande – ai bambini ndr – c’è una costante attenzione alle emozioni: cosa ti senti, cosa vivi”.
Inchiesta “Angeli e demoni”, come nacque il “caso Bibbiano”
Le decisioni di oggi arrivano dopo un lungo iter d’indagini e processuale, iniziato con gli arresti del giugno 2019, quando per la prima volta si parlò del “caso Bibbiano” e degli allontanamenti illeciti dei bambini dalle proprie famiglie per mano dei servizi sociali della Val D’Enza. Un anno dopo la procura di Reggio Emilia notificò la conclusione indagini e poco dopo la richiesta di rinvio a giudizio per 24 persone accusate a vario titolo di aver gravemente danneggiato i minori e di una serie di reati amministrativi.
L’inchiesta, “Angeli e Demoni”, secondo la ricostruzioni degli inquirenti, un sistema le cui vittime erano proprio i bambini allontanati dai genitori attraverso disegni falsificati, cui venivano aggiunti dettagli a carattere sessuale, e con delle relazioni non veritiere sui rapporti tra genitori e figli. In più gli psicologi e gli psicoterapeuti facevano sui bambini pressioni che li portavano a dire il falso sui propri familiari. Il tutto finalizzato ad affidare i piccoli e sottoporli ad un circuito di cure private a pagamento di una onlus, la “Hansel & Gretel” piemontese.
Un giro che fruttava ai professionisti migliaia di euro di cui beneficiavano alcuni degli indagati. Contemporaneamente altri si avvantaggiavano dell’indotto derivante dalla gestione dei minori oppure organizzando corsi di formazione e convegni ad appannaggio della stessa onlus. Le 24 persone a processo sono accusate, con ruoli e responsabilità diverse, di frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d’uso. Tra loro, per reati di tipo amministrativo l’allora sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti.
A conclusione della prima parte dell’udienza preliminare, il giudice Dario De Luca ha deciso sul rinvio a giudizio (e quindi se processare) 22 persone, mentre ha emesso sentenza per le uniche due che hanno chiesto il rito abbreviato. Ossia per Claudio Foti (per il quale la pm Valentina Salvi aveva chiesto 6 anni di reclusione) psicoterapeuta a capo della onlus “Hansel & Gretel” e per l’assistente sociale Beatrice Benati, per cui era stata chiesta la condanna a 1 anno e 6 mesi.
(articolo in aggiornamento)