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La senatrice di +Europa, Emma Bonino, è intervenuta a Metropolis, il format tv di Gedi condotto da Gerardo Greco, intervistata, tra gli altri, dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari.
L’aria è pesante, l’accordo sembra difficile. Gli spiragli di un accordo tra Calenda e Letta sembrano venire dal fronte radicale ed europeista di +Europa piuttosto che da Azione di Calenda. È così?“Premesso che questa legge elettorale è inspiegabile, e che domattina i due si incontreranno, viene difficile pensare all’agenda Draghi con Fratoianni che ha votato 55 volte no la fiducia a Draghi. Di cosa stiamo parlando? Non posso pensare ai no-tav, ai no-rigassificatori ai no-termovalorizzatori. Rispetto a Fratoianni e gli altri, ho una posizione diversa su queste cose. Ma non c’è nessun aut aut, si può ancora trovare una soluzione. Ma il solo sospetto che, volenti o nolenti, in base alla legge elettorale, diamo un voto di più alla destra putiniana è una cosa che non voglio portarmi dietro come eredità politica. Perché è evidente, basta fare l’analisi dei collegi, che così sarebbe.E non è accettabile. Vediamo tutti di far una doccia, raffreddare il cervello che deve essere andato in ebollizione. Perché il problema è il dopo 25 settembre”.
Pd-Azione, l’accordo c’era. Letta: “Calenda mi aveva dato la sua parola”
01 Agosto 2022
In palio c’è la posizione dell’Italia in Europa. Bisogna evitare che dalle elezioni esca fuori un governo sovranista, interlocutore di Orbán, per smantellare l’Ue dall’interno?“È fondamentale evitarlo, ma io non riesco più a convincere nessuno a guardare oltre il Grande raccordo anulare, che il nostro caos non è il centro del mondo, che siamo inseriti in un contesto internazionale di grande pericolosità e di grande fragilità”.
Se i punti di vicinanza non si trovano? Se sul rigassificatore, per esempio, persistono ostacoli dirimenti, che si fa, si va ognuno per conto suo? Qual è lo scenario alternativo?“Io sono abbastanza dibattuta. Letta non ci ha filato per tre anni, alla rincorsa dell’amore perpetuo con i 5 stelle. Tre giorni fa si è svegliato, e Franceschini ci ha telefonato. Insomma, anche Letta si deve rendere conto che la base del mio partito è completamente contraria. Hanno fatto il taglio dei parlamentari e ci hanno promesso una nuova legge elettorale che non è mai arrivata. Per non parlare della riforma della giustizia. D’altra parte, c’è poi tutta la questione dei diritti civili, dello Ius soli, degli immigrati che sembrano essere spariti”.
Letta e Calenda, duello finale. L’ accordo appeso a un filo
di
Lorenzo De Cicco
Avete un accordo con Renzi?“Che c’entra Renzi con noi? Io normalmente non giro attorno alle domande. La risposta è: No!”.È evidente che c’è un problema di fattura delle liste.
“Preferirei un’alleanza più chiara
anche con il Pd, ma non abbiamo posto nessun veto, abbiamo fatto delle richieste all’ultimo minuto perché solo ora ci hanno filato. Non mi piacciono i minestroni, anche se capisco bene cos’è un’alleanza elettorale. Però noi non mettiamo Gelmini o Carfagna negli uninominali, non capisco perché debba ingoiare Bonelli o Fratoianni. Degnissime persone, ma che la pensano in modo opposto al mio su sviluppo, lavoro, economia, Europa… io non sono per la decrescita felice. È bene che ci chiariamo».Quindi il problema non sarebbe il non candidarli, ma non candidarli negli uninominali?«Esatto. È questo che sto dicendo».