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Il grande successo politico di 5 Stelle e Lega degli anni scorsi, ma pure del Pd renziano, fu anticipato dal boom sul web, sui social, della propaganda dei rispettivi leader. Se il gradimento sulle varie piattaforme dei leader politici funge ancora da termometro del consenso, allora a osservare i dati del 2021 quella stagione è finita: non solo per il Movimento e per Matteo Salvini, ma anche per Matteo Renzi. In ascesa ci sono Carlo Calenda, Roberto Speranza e Giorgia Meloni, ma anche la comunicazione meno urlata di Enrico Letta ottiene dei buoni risultati. La corposa analisi è a cura di DeRev, nominata Digital Democracy Leader da Parlamento europeo e da Microsoft, inclusa dalla Commissione europea tra i cinque operatori più influenti per generare il cosiddetto e ambito ‘empowerment’. Si sono presi in esame i tre social principali: Facebook, Instagram e Twitter. La ricerca, chiusa lo scorso 18 dicembre, dà diversi spunti.
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Come detto le difficoltà principali le sta vivendo Renzi. L’ex presidente del Consiglio è quello che ha speso di più per pubblicizzare i propri post (2.501 inserzioni da aprile 2019 per un totale di 227.644 euro), eppure non solo ha perso follower su tutte le piattaforme dove è presente, ma neppure riesce ad ottenere interazioni all’interno delle community di riferimento. Una situazione analoga a quella di Luigi di Maio, stabilmente ai titoli di coda, con una progressiva erosione della fanbase soprattutto su Facebook (-45 mila follower) e Instagram (-25 mila follower).
Elezioni amministrative ed emergenza sanitaria hanno favorito la notorietà nel primo caso di Calenda e, nel secondo, del ministro e segretario di Articolo 1-Mdp Speranza. Entrambi hanno affiancato all’aumento dei follower uno stile di comunicazione in grado di appassionare e generare interazioni. Con un indice di performance media che sfiora il 50 per cento – un indicatore che tiene conto delle performance di engagement e della crescita media settimanale della pagina – secondo lo studio i due sono i migliori comunicatori social del 2021 per quanto riguarda il comparto politica, seguiti a stretto giro da Enrico Letta. Calenda gioca molta della propria efficacia su Twitter, piattaforma prediletta del leader di Azione; Speranza, però, doppia il risultato di Calenda su Facebook. È decisamente molto basso per tutti, invece, l’indice di performance su Instagram.
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“È uno dei dati più interessanti emersi da questa ricerca – dice Roberto Esposito di DeRev – perché incrociando i risultati dell’analisi con quello che sappiano sui target delle piattaforme, ci accorgiamo che c’è un grandissimo problema di dialogo con i giovani. Ad oggi, è Letta a fare lo sforzo maggiore, ma siamo comunque lontani dall’efficacia comunicativa che i politici riescono a mettere in campo verso altri elettori. È in questa chiave che va letta anche la performance dello stesso Letta, ma anche di Giorgia Meloni, su una piattaforma come Facebook. Lì c’è il popolo e loro due, seguiti da Speranza, sono quelli che più riescono ad intercettarlo. Non a caso stiamo parlando dei tre esponenti politici che hanno dettata l’agenda in questo 2021″.
A destra, orfano della strategia di Luca Morisi – il quale comunque a breve potrebbe tornare nello staff del segretario della Lega – Salvini perde follower e ‘mi piace’. Che vengono conquistata da Meloni. Sebbene il leader della Lega goda di una rendita di posizione difficilmente scalfibile, almeno nel breve periodo, potendo contare ovunque sulle community più numerose di tutti, “vive da mesi un andamento incostante – si legge nel rapporto – perdendo follower e con tassi di engagement molto bassi (0,47% su Facebook, 1,42% su Instagram e 0,07% su Twitter). Meloni, fatta eccezione per il numero assoluto di follower, lo ha superato ovunque, sia nella crescita delle fanbase, sia negli engagement 1,41% su Facebook, 2,27% su Instagram, 0,11% su Twitter”.
I numeri racconta la piccola ascesa di Silvio Berlusconi, il quale fino al periodo pre-pandemico non era attivo sui social media e che conquista seguaci, molti dei quali su Instagram. Il M5S è oggi il partito con gli esponenti meno performanti sui social, con Di Maio fanalino di coda. Giuseppe Conte, partito benissimo a inizio 2021, perde terreno a partire da aprile. Va anche detto però che nessun esponente dei 5 Stelle paga per la pubblicità. In generale comunque si fa notare che gli esponenti di centrodestra puntano sulla quantità per capitalizzare le interazioni; a sinistra, invece, si posta meno ma si ottiene più coinvolgimento.