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Caccia al cervo in Abruzzo, il Tar dice no agli animalisti. “Ricorreremo al Consiglio di Stato”

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“Ricorreremo al Consiglio di Stato, in fase cautelare, contro la decisione del Tar dell’Abruzzo” sull’abbattimento dei cervi. Ad annunciarlo è l’avvocato Michele Pezone, uno dei legali che ha curato il ricorso di Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia contro l’abbattimento di 469 esemplari di cervo in provincia de L’Aquila, fuori dalle aree protette e contigue del Parco nazionale d’Abruzzo, dei Parchi della Maiella e del Gran Sasso e il Parco regionale Sirente.

Cervi, dal 14 ottobre ok all’abbattimento

Le associazioni hanno chiesto al giudice amministrativo di secondo grado di sospendere il provvedimento dell’esecutivo regionale. “Non essendo stato monitorato l’intero territorio regionale, il numero ottenuto è certamente una sottostima del numero di cervi attualmente presenti”, così il giudice amministrativo oggi ha giustificato la bocciatura del ricorso di Lav, Wwf e Lndc che non si arrendono. Due le strade, ricorrere al Consiglio di Stato in fase cautelare o chiedere la fissazione dell’udienza di merito.

Dal 14 ottobre al 15 marzo, al momento, i cacciatori abilitati potranno abbattere 469 cervi negli ambiti territoriali di caccia di Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano.

Gli animalisti contro l’Abruzzo

“Andremo in fondo alla questione e chiederemo al Consiglio di Stato di esprimersi con un provvedimento urgente – dice ancora il legale della Lav –. Leggendo l’ordinanza del Tar riteniamo che i giudici non abbiano risposto in maniera esaustiva a tutte le nostre doglianze”, dichiara Pezone che presenterà ricorso entro il 14 ottobre, data fissata dalla Giunta regionale d’Abruzzo per dare avvio alle operazioni di abbattimento.

Wwf: “Ordinanza pesante”

“Un’ordinanza abbastanza pesante”, ha commentato Filomena Ricci, delegata Wwf Abruzzo. A quanto pare, “neanche uno spiraglio per salvare i cervi”, ha commentato l’ambientalista dell’associazione del Panda: il cervo non è una specie protetta ed è cacciabile. Il timore degli animalisti è che si cacci un po’ ovunque ora in Abruzzo e non solo nei comprensori predisposti per l’attività venatoria.

Marsilio soddisfatto

“L’ordinanza del Tar riporta la corretta gestione avviata dall’assessorato all’Agricoltura e alla caccia, confermando la necessità di contenere il numero dei cervi e tutelare il lavoro degli agricoltori e conferma la legittimità delle nostre decisioni”. Lo dichiara il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “La prima sezione del Tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo ha riconosciuto la legittimità del lavoro svolto dalla Regione: il prelievo in forma selettiva del cervo è stato legittimamente riconosciuto e l’opposizione presentata dalle associazioni animaliste non è stata accolta”.

 

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