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Calci al senzatetto, “Prima la vodka e poi il massacro. Erano tutti minorenni”. Parla l’autore del video shock

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“Quando è arrivato in piazza Trilussa, Pantera era già ubriaco, quei ragazzi gli hanno fatto bere a forza mezza bottiglia di vodka. Poi lui è crollato a terra, loro hanno iniziato a sputagli addosso per gioco prima di prenderlo a calci”.

La luna è alta sulla piazza epicentro della movida trasteverina. Mirco Ventricini, 26 anni, impiegato al centro carni di Roma, è appena arrivato da Ostia, dove abita, nel rione caro al Trilussa, quando si imbatte in una scena da film dell’orrore: il pestaggio brutale ai danni di Simone Lopetti, un 55enne originario del Quartaccio, senzatetto da anni e che tutti nel rione conoscono semplicemente come “Er Pantera”.

Lopetti, un passato da tossicodipendente che 20 anni fa l’ha strappato al lavoro tra i banchi del mercato rionale in via Andrea Doria, sette pagine di precedenti per furto e rapina, è vittima della sua storia e dalla rabbia cieca delle baby gang. Ventricini se n’è accorto subito, ha impugnato il cellulare per documentare l’aggressione a tutela del senzatetto.

È stato lui a documentare il pestaggio. La sua testimonianza diretta che rende a Repubblica potrebbe essere molto utile agli investigatori del commissariato Trastevere che sono sulle tracce dei due picchiatori con il giubbino nero e che per il momento hanno acquisito le immagini delle telecamere puntate sulla piazza.

Il racconto di Ventricini è ricco di dettagli crudi, che mettono i brividi. “Quando sono arrivato in piazza ho visto un gruppo di ragazzini che lo stava facendo bere da una bottiglia di vodka, lui era già ubriaco – ricorda – uno lo teneva e l’altro gliela versava” in bocca. L’immagine sembra rubata allo scenario di una tortura. Quando la bottiglia ormai è quasi finita, “mancavano circa 200 ml – aggiunge il 26enne di Ostia – gli hanno versato la rimanenza addosso. Per questo era tutto bagnato. Hanno approfittato di una persona in stato di fragilità”.

Calci al senzatetto: le immagini dell’uomo a Trastevere prima dell’aggressione

Non da oggi. Lopetti nell’ultima settimana è entrato tre volte al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito, sempre perché era in stato di alterazione, è sempre andato via prima di ricevere le cure. Ha fatto così sabato sera, per cui gli agenti diretti da Manuela Rubinacci non possono contare sul referto medico per modulare l’accusa nei confronti dei baby picchiatori.

Ventricini inizia a riprendere quando il Pantera è seduto in terra, steso dall’alcol. “Sono partiti prima degli sputi – dice l’autore del video pubblicato in esclusiva su Repubblica – uno sul sopracciglio, l’altro all’altezza della mutanda. Poi i calci, dietro la schiena e direttamente in faccia”. Il filmato mostra un ragazzo con il giubbotto bianco intervenire in difesa del Pantera: è stato aggredito anche lui dai due picchiatori e dai loro amici. “Il ragazzo che è “partito” mettendo la mano in faccia a picchiatore al grido: “Che stai a fa’? – ricostruisce Ventricini – all’inizio anche lui prendeva in giro quell’uomo. Forse ha avuto un ripensamento”.

Il 26enne invece non ci ha pensato due volte a tirare fuori il telefono dalla tasca e a documentare la scena, perché sapeva che quelle immagini sarebbero state utili per rendere giustizia a Pantera. Che veste eccentrico, si aggira per Roma in abiti femminili o seminudo come sabato sera, è un po’ molesto per via della diagnosi psichiatrica, ma ” mai violento”, assicurano i residenti di Trastevere.

È stato preso a calci in testa senza pietà, “dietro la schiena e direttamente in faccia – prosegue Ventricini – i picchiatori erano decisamente minorenni, non avevano nemmeno la barba. Ho riguardato i fotogrammi per studiare le loro espressioni: non trapela nulla, nessuna emozione. Per loro picchiare in testa quell’uomo è stato come aprire una finestra”, l’hanno fatto con la stessa naturalezza.

Dopo il pestaggio Pantera è tornato a sedersi sui gradini della fontana. “La polizia è arrivata 25, 30 minuti dopo, con una camionetta”, assicura Ventricini. Gli agenti erano impegnati sull’altro versante di Trastevere nell’arresto di un folle che seminato il panico dentro un bar in via San Francesco a Ripa, minacciando i clienti con un coltello per una sigaretta negata.

A quel punto i baby bulli erano già altrove. “Quei ragazzi fanno così perché cercano approvazione – ragiona Ventricini – il loro atteggiamento animale proviene dalla una mancanza di autostima. Sfoggiano una violenza animale anziché agire d’intelligenza”. E picchiano, come i cattivi nei film.

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