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Cannabis, il governo dice sì alla depenalizzazione nella Relazione sulla tossicodipendenza

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Nella Relazione annuale sulla tossicodipendenza, redatta dal governo e inviata al Parlamento, c’è un termine che fa storcere il naso al centrodestra impegnato nella crociata contro il testo sulla cannabis approdato alla Camera e sponsorizzato da Pd, Leu e M5S. Il termine in questione è “depenalizzazione” ed è contenuto a pagina 516 del rapporto. Nel testo, redatto dalla Presidenza del consiglio dei ministri, viene messa nero su bianco la necessità “di rivedere le norme che prevedono sanzioni penali e amministrative a carico di persone che usano droghe”. Come? Sottraendo – si legge –  “all’azione penale alcune condotte illecite” e “rivedendo contestualmente l’impianto sanzionatorio”. Parole che ricalcano gli obiettivi della proposta di legge all’esame di Montecitorio e su cui il governo non ha mai esplicitamente preso posizione, lasciando la questione al dibattito parlamentare e allo scontro tra partiti.

Favorire la depenalizzazione della cannabis

La Relazione trasmessa alle Camere recepisce le indicazioni elaborate durante la Conferenza nazionale sulle dipendenze andata in scena a Genova lo scorso autunno e voluta dalla ministra Fabiana Dadone, responsabile delle politiche anti-droga. Le conclusioni del dossier inviato al Parlamento non lasciano spazio ad interpretazioni. Nel capitolo dedicato alle proposte di modifica alla legge italiana si parla di “forte urgenza” nell’intervenire sull’Art. 73 del testo unico sulle droghe. E di farlo favorendo la depenalizzazione della “coltivazione di cannabis a uso domestico”. Si tratta dello stesso principio che fa da cardine alla proposta sostenuta dal fronte progressista in Parlamento (coltivazione di massimo 4 piante e pene ridotte per i reati di lieve entità) e che, insieme alla legge sullo ius scholae, negli ultimi giorni ha subito un’accelerazione dopo anni di pantano. La reazione del centrodestra non si è fatta attendere. Fratelli d’Italia ha chiesto la cancellazione delle proposte, mentre Lega e Forza Italia hanno accusato il centrosinistra di insistere su una legge considerata divisiva e per questo in grado di compromettere il fragile equilibrio che sorregge l’esecutivo di unità nazionale. “La sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo”, aveva detto Matteo Salvini.

Magi: “La destra non ha più scuse”

“In realtà i suggerimenti della Relazione vanno addirittura oltre il nostro testo, prevedendo ad esempio la depenalizzazione della cessione della piccola quantità quando questa avviene senza scopo di lucro”, dice Riccardo Magi, deputato di +Europa e promotore della proposta di legge sulla cannabis. “Ci si chiede dunque come l’approvazione del testo possa mettere in difficoltà la maggioranza. Anzi, viste le indicazioni trasmesse dal governo potremmo addirittura chiedere un intervento per decreto”. Mario Draghi, però, non intende mettere bocca su una questione che reputa fuori dallo spazio di manovra dell’esecutivo da lui guidato. Un concetto, quest’ultimo, ribadito durante la conferenza stampa di giovedì scorso. “Su questo come altre proposte di iniziativa parlamentare il governo non ha mai preso posizione”, aveva detto. Fatto sta che mentre il dibattito sulla cannabis entra nel vivo, ad offrire una sponda al fronte pro-depenalizzazione potrebbe essere proprio il documento inviato dal governo. 

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