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Il canone Rai al centro del dibattito politico all’interno della maggioranza. Ad aprire di nuovo la questione è stato il commento di Giampaolo Rossi, nuovo direttore generale della Tv di Stato: “La Rai è il servizio pubblico che ha il canone più basso in Europa, molte meno risorse di quante ne possa avere la Bbc o France Television: quindi la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche”. Parole che hanno provocato la reazione della Lega: “Ribadiamo l’impegno di ridurre, fino all’obiettivo di azzerare, il canone Rai che oggi è a spese degli italiani”, si legge in una nota del partito di Matteo Salvini.
Sul canone la Lega porta avanti una battaglia da tempo. La promessa di voler abolirlo è stata fatta al comizio di Pontida, a metà settembre dello scorso anno in piena campagna elettorale. Ma il leader leghista aveva ribadito l’intenzione a marzo: su Twitter aveva postato il video dell’acceso botta e risposta sulla maternità surrogata tra Lucia Annunziata e Eugenia Roccella durante la trasmissione “Mezz’Ora in Più” su Rai3, quando alla giornalista scappò una parolaccia in tv. “Abolizione del Canone Rai: la Lega come promesso ha presentato una proposta di legge, chiediamo il sostegno di tutti per approvarla”, aveva scritto Salvini. E in Senato dal partito è arrivata una proposta che riscrive obiettivi e norme di funzionamento di Viale Mazzini: “Una progressiva riduzione dell’importo del canone Rai, con un taglio a cadenza annuale del 20 per cento, fino al suo totale azzeramento in cinque anni” e anche la ridefinizione “univoca” del concetto di servizio pubblico (“indispensabile per mantenere e affermare i valori culturali e sociali e difendere, al contempo, le identità locali”), pensando anche a un nuovo canale “interamente dedicato alla trasmissione di programmi e rubriche di promozione culturale, nel quale non possono essere trasmessi spot”, il contenuto della bozza del ddl leghista.
La Rai dunque dopo aver cambiato volto con le nomine volute da Giorgia Meloni, ora si passa al canone. Il dibattitto si accende nella maggioranza, tra il dg della Rai scelto dalla premier e la Lega e al suo interno. La tassa potrebbe essere a breve oggetto di revisione, visto anche che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato di volerla togliere dalla bolletta elettrica mentre il partito, in generale, si è più volte espresso per la sua cancellazione entro 5 anni.