[ Leggi dalla fonte originale]
Nessun segreto di Stato sui documenti ceduti al funzionario dell’ambasciata russa dall’ex ufficiale di Marina, Walter Biot, arrestato un anno fa con l’accusa di spionaggio dopo aver passato quei dati top secret in cambio di soldi. I giudici della Corte d’Assise di Roma, davanti ai quali si sta svolgendo il processo a suo carico, acquisiranno tutti gli atti, anche quelli classificati. Non si tratta solo di documenti segreti della Nato, nove dei quali classificati come ‘riservatissimi’, ma anche immagini.
Non specificato se di basi militari o di altro. Gli screenshot sono ben 181 e quelli dei documenti dovrebbero essere almeno 106. Materiale sul quale non verrà quindi posto il segreto di Stato e in questi mesi sarà depositato dalla Procura di Roma. Per questo il processo, che si sta svolgendo a porte chiuse, è stato aggiornato al prossimo 15 settembre.
Il 56enne capitano di fregata fu arrestato in flagranza il 30 marzo 2021 nel posteggio di un supermercato della periferia romana mentre in cambio di 5mila euro cedeva a Dmitri Ostroukhov, assistente dell’attachè navale dell’ambasciata russa a Roma Alexey Nemudrov – entrambi sono stati poi espulsi – una sim Sd con il materiale che con un cellulare aveva fotografato da un pc nel suo ufficio presso lo Stato Maggiore della Difesa.
Qui – in una struttura che si occupava della proiezione di tutti gli assetti italiani della difesa in teatri operativi esteri e della polizia internazionale delle forze armate italiane sotto l’egida Nato, Ue e Onu – Biot lavorava con le credenziali di massimo ‘nulla osta’ all’accesso ai documenti militari. Nello specifico, alla luce degli accertamenti effettuati dal Ros, si trattava di 47 notizie ‘Nato secret’, 57 ‘Nato confidential’ e 9 con classifica ‘riservatissimo’. L’uomo – che viveva a Pomezia (Roma) con moglie, figli e qualche problema economico – è recluso da qualche settimana a Rebibbia dopo un periodo passato nel carcere militare campano di Santa Maria Capua Vetere.
E per la Cassazione – che si era così espressa lo scorso aprile – è corretta la doppia incriminazione a carico di Biot davanti al giudice penale ordinario e al giudice militare perché le due giurisdizioni puniscono fatti diversi. Questo proprio perché il codice penale ordinario punisce il “procacciamento di notizie”, che devono” restare segrete”, a scopo “di spionaggio non solo militare ma anche politico”, mentre la norma militare punisce chi si procura notizie che devono restare segrete per darle a uno Stato estero sulla forza, la preparazione o la difesa militare dello Stato.