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Catania, l’ultimo addio ad Elena Del Pozzo. Un lungo applauso all’arrivo della bara bianca

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Un profondo silenzio e un lunghissimo applauso tra le lacrime dei parenti e di un’intera comunità hanno accolto la bara bianca della piccola Elena Del Pozzo, la bambina che non aveva compiuto ancora cinque anni uccisa a coltellate dalla madre, Martina Patti, 24 anni. In una piazza blindata dalle forze dell’ordine l’ultimo saluto a Elena avviene sotto la statua di Sant’Agata che si affaccia in piazza duomo dove il Comune ha esposto le bandiere a mezz’asta in segno di lutto. È qui nella chiesa cara alla famiglia devota alla santa patrona di Catania che l’arcivescovo monsignor Luigi Renna porge la sua carezza ai familiari presenti: il padre Alessandro Del Pozzo insieme con la sorella e zia della piccola Martina e con i loro genitori, i nonni paterni.

All’esterno della chiesa, lontano dalla recinzione in ferro battuto della Cattedrale, ci sono palloncini di vari colori tra questi quelli più amati da Elena: l’arancione e l’azzurro. Alcuni dei parenti e degli amici indossano una maglietta con la sua foto e si era pensato anche di far volare delle farfalle bianche, ma secondo le indicazioni della diocesi è stata sconsigliato qualsiasi momento che si discosti dalla funzione liturgica.

Alcuni degli amici di Martina Patti che non parteciperanno alla messa hanno invece preferito portare un fiore, un peluche o un giocattolo davanti ai luoghi del martirio della piccola Elena. La casa di via Euclide 55 a Mascalucia e davanti al luogo del ritrovamento del corpo a poche centinaia di metri dall’abitazione. Tra i disegni dei bambini, al duomo, c’è una vignetta dove una bimba con le ali di un angelo recita: “Mamma dice che non posso stare con voi”.

A commuoversi davanti all’arrivo della piccola bara bianca sono anche le mamme dei compagnetti della scuola materna Hakuna Matata di Mascalucia e le maestre Veronica, Daniela e Sara. Qui Elena sarà per sempre ricordata. L’appendino in cui la piccola Elena metteva il suo zaino rimarrà per sempre vuoto e le sue scarpette verdazzurro con la margherita resteranno nell’armadietto dove lei stessa l’aveva lasciate lunedì 13 giugno prima dell’arrivo della madre che poco dopo l’avrebbe uccisa. Oggi Elena sarebbe dovuta andare a scuola.

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