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Cavallette in Sardegna, l’appello dei parlamentari: “Lanciafiamme, esche, decine di automezzi: solo un esercito può debellarle”

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CAGLIARI – Se nel 1946, in Sardegna, per la lotta alle cavallette furono utilizzati 100mila uomini, centinaia di automezzi, lanciafiamme ed esche, oggi per far fronte all’assalto di milioni di esemplari che stanno devastando campi e pascoli serve un esercito.

Una unità di progetto, simile a quella istituita dalla Regione nel 2014 per l’eradicazione della peste suina africana, interassessoriale e interforze: Agricoltura, Ambiente, Sanità con Corpo Forestale e Agenzia Forestas. La proposta arriva dai parlamentari sardi Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis (Forza Italia), trasformata in mozione e portata nell’Assemblea regionale dal gruppo azzurro.

“È necessaria un’organizzazione degli interventi per contrastare quella che è diventata una vera e propria piaga per la Sardegna”, sostengono, “insieme ad un coordinamento che veda il pieno coinvolgimento delle rappresentanze territoriali, che assicuri un’informazione capillare nel mondo delle campagne”. L’idea piace a Coldiretti Nuoro-Ogliastra, che ritiene l’unità di progetto “indispensabile di fronte ad un fenomeno devastante e insostenibile per centinaia di aziende agricole e oltre 30 mila ettari che ricadono in tre province (Nuoro, Sassari e Oristano). Occorre – afferma il presidente Leonardo Salis – mettere in pratica e coordinare tutti gli interventi necessari per fermare una aggressione che dopo quattro anni sta prendendo il sopravvento e sembra ingovernabile”. 

E mentre milioni di cavallette divorano i campi, distruggono i pascoli, lasciano devastazione e tante tante uova, gli agricoltori della Sardegna centrale pensano già al prossimo anno. Per Confagricoltura Sardegna “i tempi per programmare i nuovi interventi sono davvero stretti, se vogliamo mettere al sicuro la prossima stagione agraria. La Regione attivi subito un tavolo di lavoro con associazioni di categoria, Università, province e agenzie agricole affinché si pianifichino le attività da far partire già da fine agosto”.  

Alla Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, si è appellata Rita Zaru, sindaca di Noragugume, un piccolo centro del Nuorese, una superficie di 27 chilometri quadrati, 300 abitanti e milioni di locuste che da settimane infestano i campi. “Mi sono permessa di chiedere aiuto, in nome e per conto dell’Unione dei Comuni del Marghine di cui sono assessore, ma anche per conto del centro Sardegna che allo stato attuale è coinvolto nel fenomeno” racconta la sindaca su FB spiegando di essersi rivolta “proprio al presidente della Commissione agricoltura, che è uno dei comitati tecnici della FAO, la cui prossima sessione sarà dal 18 al 22 luglio. Ritengo che il fenomeno debba essere attenzionato in quanto collegato al più ampio fenomeno di desertificazione che avanza dovuto ai cambiamenti climatici in atto. Questo andrà a vantaggio anche delle altre nazioni europee che con il passare del tempo potrebbero subire lo stesso fenomeno”.

La lettera, fa sapere ancora Zaru, “è stata tradotta ed è già all’attenzione dei funzionari FAO. Sarà informato l’esperto mondiale per le cavallette Keith Cressman – Senior Locust Forecasting Officer – FAO. È probabile che le interlocuzioni proseguiranno a livello istituzionale. Ma il mio, il nostro scopo è raggiunto”.

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