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Cavie seviziate e uccise senza anestesia nei test di laboratorio, arresti nell’ateneo di Catanzaro

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Topi decapitati senza anestesia, lanciati contro il muro, soppressi senza rispettare procedure e protocolli, usati in spregio a ogni linea guida e norma sugli esperimenti su animali vivi. All’università della Magna Grecia di Catanzaro, i laboratori di ricerca erano stanze dell’orrore, in cui centinaia di cavie venivano sacrificate inutilmente perché le condizioni in cui vivevano erano così precarie da rendere inattendibile qualsiasi esperimento.

Lo hanno scoperto i finanzieri, che su richiesta della procura di Catanzaro, hanno messo il naso nei laboratori dell’università per verificare quanto ci fosse di vero nella denuncia presentata da un ex dipendente. Nei suoi programmi, un dispetto se non una vendetta per la mancata assunzione. Ma alla fine, nei guai è finito anche lui perché l’inchiesta ha fatto saltare fuori un inferno di sevizie sugli animali, malversazioni, irregolarità, per anni coperto da una rete di omertà e connivenze che si allungava fino all’area veterinaria dell’Azienda sanitaria provinciale.

Catanzaro, animali torturati e uccisi nei laboratori dell’ateneo: 11 arresti, anche ex rettore

di

15 Gennaio 2025

Associazione a delinquere, falso, truffa, maltrattamento animale: in undici che a vario titolo ne rispondono sono finiti ai domiciliari. Otto sono dell’Ateneo, a partire dall’ex rettore Giovambattista de Sarro, per gli investigatori vero vertice del sistema e il più accorto nel tentare di eludere le indagini. E poi il presidente della scuola di Farmacia e Nutraceutica, Domenico Britti, i veterinari Fabio Castagna, Giovanni Loprete e Nicola Costa, gli sperimentatori e docenti Rita Citraro e Antonio Leo, il responsabile per il benessere animale Ernesto Palma.

Tutti gli altri sono funzionari di alto livello dell’Asp, come Giuseppe Caparello, anche presidente dell’Ordine dei veterinari, e Giuseppe Viscomi, o professionisti che con la struttura lavoravano, come Anselmo Poerio. Un altro veterinario, Luciano Conforto, per dodici mesi sarà sospeso dal servizio.

Ma la lista di indagati è lunga: in tutto sono trentatrè e ce n’è di eccellenti, come il presidente della Federazione italiana di cardiologia Ciro Indolfi. Quello che è emerso fino a ora, sussurrano, potrebbero essere solo la punta dell’iceberg perché in quei laboratori succedeva di tutto.

Gli avvisi di garanzia sciolgono la lingua soprattutto a chi non immagina di essere intercettato. È così che gli investigatori hanno scoperto che non esisteva né un armadietto dei farmaci, né quello blindato per gli stupefacenti, con buona pace delle norme che li impongono come necessari. O che i medicinali veterinari venivano sostituiti da quelli a uso umano. Ignari dei finanzieri all’ascolto, docenti e ricercatori hanno raccontato anche che nei laboratori «la notte era tipo un night club», in cui succedeva che ketamina, morfina e altri sedativi sparissero. «Al posto del mangime spuntano tre preservativi», ascoltano i finanzieri.

E gli animali? Molti sono stati acquistati e utilizzati anche in mancanza di un progetto che giustificasse la sperimentazione in vivo. Venivano tenuti in gabbie sporche e sovraffollate, spesso il sistema di regolazione termica o di luce/buio saltava, rendendoli inidonei alle procedure. Ma le cavie venivano utilizzate comunque, per poi essere soppresse anche «schiacciandole sul banco o contro il muro», mentre l’odore del sangue terrorizzava il resto della colonia in gabbia.

Grazie all’Asp, sulla carta risultava tutto regolare e per questo sono arrivati all’ateneo finanziamenti per due milioni di euro. In cambio, la figlia di uno dei dirigenti sanitari è risultata prima in graduatoria alla Scuola di Farmacia, mentre uno dei veterinari responsabili delle ispezioni ha iniziato a collezionare incarichi di docenza, tutti ben retribuiti. Quando le indagini sono iniziate, in tanti hanno cercato di mischiare le carte, edulcorare la realtà, salvare soprattutto l’ex rettore «perché se salta lui, salta tutta la baracca». L’inchiesta l’ha lasciata in macerie.

 

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