[ Leggi dalla fonte originale]
Le trattative per la liberazione della giornalista Cecilia Sala rinchiusa nel carcere iraniano di Evin vanno avanti. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni “segue con costante attenzione la complessa vicenda fin dal giorno del fermo, il 19 dicembre. E si tiene in stretto collegamento con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano, al fine di “riportare a casa al più presto la giornalista italiana – si legge nella nota di Palazzo Chigi – D’accordo con i suoi genitori, tale obiettivo viene perseguito attivando tutte le possibili interlocuzioni e con la necessaria cautela, che si auspica continui a essere osservata anche dai media italiani”.
L’arresto di Cecilia Sala a Teheran
La freelance di 29 anni che lavora per Chora News e Il Foglio è stata arrestata il 19 dicembre a Teheran e da oltre una settimana è nella prigione di Evin, dove vengono tenuti i dissidenti, e dove due anni fa un’altra italiana, Alessia Piperno, fu rinchiusa per 45 giorni. Si ignora ancora l’accusa nei suoi confronti. “Non abbiamo i capi d’accusa”, spiega Tajani, “perché l’avvocato non ha ancora avuto la possibilità di visitarla in carcere. Speriamo che lo possa fare nei prossimi giorni e che possa avere quanto prima dei capi di imputazione precisi”.
L’arresto di un iraniano trafficante d’armi a Malpensa
Non si esclude, intanto, un nesso con il fermo 11 giorni fa a Malpensa di un iraniano trafficante d’armi, ricercato negli Usa. “C’è un detenuto svizzero-iraniano, che è stato arrestato a Malpensa, prima di Cecilia Sala, perché c’era un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti – precisa Tajani – Il detenuto è trattato con tutte le regole di garanzie, ha ricevuto la visita consolare, il suo avvocato ha avuto possibilità di conoscere i capi di imputazione ma sono capi di imputazione che vengono da un mandato di cattura internazionale. Non è una scelta italiana, è stato arrestato in Italia perché c’è un mandato di cattura internazionale ma l’Italia non è competente per il procedimento penale. Poi si vedrà per l’estradizione, sarà la magistratura a decidere nei giusti tempi. Per il momento è trattenuto in carcere con tutte le garanzie”, conclude il ministro degli Esteri. Ieri Sala ha ricevuto la visita dell’ambasciatrice italiana.
Tajani chiede discrezione: “Questione complicata, è in buona salute”
“È in buona salute – fa sapere il ministro Tajani rispondendo ai giornalisti in Senato, a margine dei lavori sulla manovra – in una cella da sola, a differenza della giovane Alessia Piperno che invece era in cella con altre persone che non parlavano nessuna lingua se non la loro. Adesso riceverà attraverso il ministero degli Esteri dell’Iran, su consegna della nostra ambasciata, beni di prima necessità”. Il trattamento della giovane giornalista detenuta “mi pare rispettoso della dignità della persona: lo continueremo a verificare con le visite consolari che faremo, al momento non abbiamo avuto segnali negativi, anzi. È detenuta, ovviamente, quindi non è una condizione ideale. Però viene nutrita ed è in cella singola”. E assicura: “Il governo, dal giorno in cui è stata fermata Cecilia Sala, è al lavoro per cercare di riportarla in Italia. Stiamo lavorando in collaborazione con la presidenza del Consiglio, il ministero degli Esteri, la nostra ambasciata a Teheran e il consolato. E in perfetta sintonia con la famiglia e insieme a loro il governo chiede discrezione e riservatezza per una trattativa che deve essere diplomatica e deve essere fatta nel modo migliore per garantire la sicurezza e il rientro in Italia di Cecilia Sala”. Quali potrebbero essere i tempi? “Difficile dirlo – continua Tajani – io mi auguro che siano brevi, però non dipende da noi, noi stiamo cercando di risolvere una questione che è complicata e di garantire intanto che Cecilia Sala sia detenuta nelle migliori condizioni possibili, che possa ricevere visite consolari, che possa parlare con la famiglia e quindi che abbia un trattamento normale”.
Il compagno sui social
Sui social è intervenuto con un post il compagno di Sala, il giornalista Daniele Raineri: “Arrivano moltissimi messaggi di solidarietà indirizzati a Cecilia. Appena sarà possibile, saprà di tutto questo affetto – scrive in un post su Instagram – Cecilia Sala è andata a lavorare in Iran con un visto giornalistico. Al penultimo giorno è stata arrestata dalle autorità iraniane e rinchiusa in una cella d’isolamento nella prigione di Evin, a Teheran. La prima visita in carcere è stata autorizzata soltanto dopo otto giorni in isolamento”.