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Al quartier generale di Frontex, al civico 6 di plac Europejski a Varsavia, danno la pratica per chiusa. Il potente ex direttore esecutivo Fabrice Leggeri ha dato le dimissioni venerdì, dopo sette anni di ininterrotto mandato, a seguito delle accuse dell’Olaf, l’organismo antifrode dell’Unione Europea; lo stesso giorno il management board ha nominato ad interim la vice di Leggeri, Aija Kalanaja, sottolineando che non c’è bisogno di fare altri approfondimenti; entro qualche settimana ci sarà un nuovo direttore esecutivo. E però, il caso non può considerarsi chiuso.
“Cene di lusso, viaggi e spese anomale nel bilancio di Frontex”: ecco tutte le accuse dell’Olaf a Leggeri
di
Fabio Tonacci
Quel che contiene il fascicolo d’indagine dell’Olaf non è soltanto l’ovvio che sinora non si era voluto vedere, ossia una sequela di documentati respingimenti illegali di richiedenti asilo fatti dalla guardia costiera greca nel mare Egeo negli ultimi due anni con la complicità, quando non il contributo, di Frontex. C’è dell’altro, che attiene alla gestione dell’Agenzia di controllo delle frontiere, la più finanziata delle Agenzie europee con un budget annuo di 758 milioni di euro e una pianta organica che conta 10.000 persone.
A Bruxelles, gli ispettori dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) scandagliando il bilancio e le uscite hanno trovato delle spese che non rientrerebbero nel perimetro delle attività istituzionali eppure sono state coperte con denaro pubblico. In particolare, sono saltate fuori almeno quattro cene in ristoranti lussuosi, in una delle quali era presente anche Leggeri. Si tratterebbe di feste, di cui però non è chiara la natura. Nei faldoni delle carte amministrative di Frontex, inoltre, gli ispettori hanno rinvenuto biglietti aerei per viaggi che non erano istituzionali, effettuati all’interno del territorio dell’Unione. Qualcosa che non torna anche nelle trasferte ufficiali: nelle liste dei viaggiatori spesati da Frontex talvolta figurano accompagnatori che non avrebbero dovuto esserci, perché niente hanno a che fare con le missioni cui hanno partecipato.
Le contestazioni e gli addebiti dell’Olaf a Leggeri e ad altri due alti funzionari di Frontex, tra cui il capo di Gabinetto Thibauld de La Haye Jousselin, sono mantenute nel riserbo. I dettagli non sono noti. L’Europarlamento aspetta da settimane un report che riassuma, almeno per sommi capi, le accuse alla gestione del francese Fabrice Leggeri che ne hanno portato alle dimissioni.
“Non sono coinvolto in alcun respingimento illegale”, ha scritto l’ex direttore esecutivo in una lettera inviata al suo staff e pubblicata dal Der Spiegel. “Si vorrebbe trasformare Frontex in una specie di organizzazione dei diritti umani, il cui compito sarebbe solo supervisionare le operazioni di frontiera degli Stati Ue, ma questo non è il mandato dell’agenzia”.
Proprio di mandato “silenziosamente cambiato” ha parlato Leggeri in un’altra lettera, quella recapitata al management board per annunciare l’addio. Considerato che i respingimenti illegali nel Mar Egeo sono denunciati da anni da giornalisti, attivisti e navi civili del salvataggio, appare chiaro che Leggeri abbia potuto godere di una protezione politica che è durata fino a qualche giorno fa, quando all’ennesimo dossier sugli abusi in mare della Guardia costiera greca prodotto da una rete civica, sono venute a galla anche le cene e le spese discutibili.
